di Giuseppe Lalli “Ecco il Gran Sasso. Col suo cono aguzzoraggiante di bellezza statuarianell’alte solitudini dell’ariaride al vespero e sta, re dell’Abruzzo”. Così si esprimeva alla fine dell’Ottocento il poeta toscano Giovanni Marradi (Livorno, 1852 – ivi, 1922), che fu docente di lettere a Chieti[1]. Così gli apparve il nostro dolomitico gigante: quasi un oggetto di culto religioso, una sorta …
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