mercoledì , 11 Dicembre 2024

Raddoppio ferroviario: Di Marco e Chiacchia sul ruolo della Provincia “necessario fronte unitario”

DI MARCO E CHIACCHIA “È NECESSARIO UN FRONTE UNITARIO PERCHÉ LA REGIONE PRENDA IN CONSIDERAZIONE LA FATTIBILITÀ DELLA VARIANTE PLUS”

Pescara – Ieri mattina, su richiesta dei consiglieri provinciali Chiacchia, Giampietro e Bartoli, è stato tenuto in Provincia un consiglio aperto per sottoporre all’attenzione del presidente De Martinis e alla maggioranza la questione del raddoppio ferroviario relativo ai Lotti 1 e 2 sulla tratta Manoppello-Scafa. L’obiettivo della seduta è stato quello di trovare nella Provincia un sostegno forte per permettere alla cittadinanza, interessata dai lavori ferroviari, di continuare a far sentire le proprie ragioni.

«La situazione –ha detto Chiacchia– può avere esito diverso se c’è una forte e consapevole volontà politica, utilizzando tutti i livelli amministrativi, in questo caso la provincia, per rappresentare le soluzioni alternative che i cittadini chiedono. In modo particolare va considerata la diversa natura dei fondi stanziati per l’opera, che inizialmente legati al PNRR con vincoli temporali molto stretti, sono stati poi riferiti ai fondi FSC, che hanno tempistiche molto meno stringenti.»

Purtroppo, come rilevano i due consiglieri di opposizione, dopo più di tre ore di seduta, la maggioranza ha bocciato la richiesta fatta, adducendo come giustificazione la volontà di non dare ai cittadini intervenuti false speranze sul ruolo meramente rappresentativo della provincia in una questione giudicata non di sua diretta competenza. 
«Una decisione che in realtà è figlia del rifiuto di mettersi in contrasto con le alte cariche della Regione» ha osservato Antonio Di Marco che ha aggiunto. «Perché di fatto, come ha sottolineato l’onorevole D’Alfonso, nelle delibere regionali assunte tra il 2022 e il 2023 dalla giunta Marsilio, si passa da un’iniziale considerazione di un progetto alternativo a quello iniziale, a un definitivo rigetto della variante proposta. Quello che però manca tra i due momenti è uno studio concreto che prenda davvero in esame se la cosiddetta “Variante plus” sia fattibile o meno.  
Come consigliere regionale e vicepresidente della Commissione Infrastrutture ritengo che questa mancanza di chiarezza nella definizione del progetto alternativo vada sostituita da una efficiente analisi della fattibilità della Variante plus.
Ieri ho assistito ad un consiglio gestito dalla maggioranza con un atteggiamento dimesso e rassegnato alle decisioni di RFI ed evidentemente sottoposto alle direttive superiori della Regione; privo di qualunque atto di volontà autonoma, che ci si aspetterebbe dai consiglieri rappresentanti dei comuni, che dovrebbero strenuamente difendere».

«La richiesta dei cittadini deve essere considerata, –hanno sottolineato concludendo Di Marco e Chiacchia– non rimessa a volontà superiori o velata da un dibattito pubblico, di fatto solo formale e non attento alle proposte alternative.
Non possiamo lasciare nulla di intentato rispetto alla possibilità di evitare che un territorio sia completamente modificato nel suo tessuto oltreché geografico e urbano anche sociale».

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