In Abruzzo oltre 100 sportelli bancari chiusi e 600 posti di lavoro in meno
Sante Marie – Oltre 100 sportelli chiusi e circa 600 posti di lavoro in meno: sono questi i dati del fenomeno della desertificazione bancaria in Abruzzo. La campagna nazionale on the road ideata e promossa da Uilca – Uil Credito, Esattorie e Assicurazioni – “Chiusura filiali? No, grazie” ha fatto tappa, questa mattina, a Sante Marie, in provincia dell’Aquila. Durante l’iniziativa, alla quale hanno partecipato il segretario nazionale Uilca Luca Faietti, il segretario generale Uilca Abruzzo Maurizio D’Antonio, il segretario generale Uil Abruzzo Michele Lombardo, la presidente Adoc Abruzzo Monica Di Cola, il consigliere regionale Marco Cipolletti e il sindaco di Sante Marie Lorenzo Berardinetti, sono stati presentati i numeri sulla riduzione degli sportelli bancari a livello regionale.
In Abruzzo tra il 2018 e il 2022 si è registrato un calo del 21,9% degli sportelli, che sono passati da 549 a 429. I comuni che offrono l’accesso al servizio bancario sono diminuiti del 20,3%, così come i dipendenti che nel 2022 sono scesi a 2.870 dai 3.474 del 2018 (-17,4%). Nella regione, al 2022, sono 154.939 le persone che non hanno accesso allo sportello bancario, pari al 12,1% della popolazione. All’Aquila, negli ultimi cinque anni, il numero degli sportelli ha subìto una contrazione del 26,2%, passando da 126 a 93. Il numero di comuni serviti da banche è sceso del 22,5%, passando da 40 nel 2018 a 31 nel 2022. Il fenomeno si riflette anche sul numero dei dipendenti nel settore che scendono a 626 nel 2022 dai 749 del 2018 (-16,4%).
“La campagna – ha spiegato Maurizio D’Antonio, segretario generale Uilca Abruzzo – ha l’obiettivo di contrastare il fenomeno della desertificazione bancaria perseguendo sia uno scopo sociale, in quanto gli sportelli bancari nei piccoli centri sono spesso punto di aggregazione oltre che di servizio al cittadino, che uno professionale e sindacale, poiché la chiusura di filiali significa soppressione di posti di lavoro, soprattutto nella aree interne”. “Se veramente si vuole fermare il fenomeno dello spopolamento delle aree interne e dell’invecchiamento oltre la media della relativa popolazione – ha aggiunto – occorre fornire servizi e tra questi la banca è essenziale. Le filiali rappresentano un vero e proprio presidio di sostegno per i territori e per le comunità di riferimento, di sviluppo per l’economia locale e di vicinanza alla clientela. Un buon sistema del credito può contribuire a creare un buon sistema economico e a dare vita a una nuova e buona occupazione. In quest’ottica il settore del credito deve strutturarsi in modo pluralista e coerente con il tessuto economico, con gli obiettivi di favorire lo sviluppo del Paese, gestire le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sostenere famiglie e imprese e garantire una presenza capillare sul territorio, tutelando la legalità e le fasce più deboli e fragili della popolazione”.
Le aggregazioni bancarie e la digitalizzazione dei servizi sono i due fattori, secondo Uilca, che impattano maggiormente sulla contrazione dei servizi. Questi non sono fenomeni totalmente negativi se abbinati a una logica industriale di medio e lungo periodo e una politica di sostegno di territori, imprese e famiglie.
La condivisione della campagna contro la desertificazione bancaria è stata sostenuta dal sindacato Uil regionale con l’intervento del segretario generale Michele Lombardo: “Con la nostra presenza vogliamo ribadire ancora una volta la posizione dell’organizzazione sindacale regionale rispetto ai servizi complessivamente presi, che nelle aree interne vengono sempre meno e non fanno altro che aumentare lo spopolamento. L’arretramento del sistema bancario così come quello postale, la riduzione del sistema pubblico sanitario, la possibile chiusura dei piccoli tribunali che sono presidi importanti per il mantenimento della legalità a livello locale – si pensi ai tribunali di Avezzano e Sulmona -, ci dicono che è necessario un cambio di rotta sui servizi nelle aree interne. Questa giornata ha un respiro molto più ampio e ci fa riflettere sul fatto che la battaglia che il sindacato confederale porta avanti nella nostra regione da anni sia una battaglia giusta. È arrivato il momento di far capire alla politica che bisogna cambiare passo e guardare a un riequilibrio socio economico della regione tra aree interne e costiere, non solo a parole ma con fatti concreti”.
Durante l’iniziativa di Sante Marie, così come negli altri comuni toccati dalla campagna nazionale, è stato possibile partecipare al sondaggio Uilca sulla desertificazione bancaria, volto a misurare l’impatto del fenomeno sui cittadini e sulle fasce più deboli e fragili della popolazione.
“Continua il tour Uilca, oggi siamo in Abruzzo – ha commentato il segretario nazionale Uilca Luca Faietti -. Siamo convinti che ci sia una grande attenzione verso la campagna contro la desertificazione bancaria, non solo da parte del sindacato, ma anche da parte delle istituzioni e della popolazione che sta partecipando ai nostri sondaggi in modo attivo e utile. I dati raccolti in questi mesi saranno presentati a dicembre con un convegno nazionale, a cui parteciperanno le autorità e tutti i soggetti coinvolti nella campagna”.
Per il consigliere della Regione Abruzzo Marco Cipolletti: ”È una tematica, questa, che riguarda in particolar modo le aree interne dove vive un’ampia fascia di popolazione anziana che fa fatica a tenere il passo con la digitalizzazione e con i nuovi mezzi di fruizione dei servizi bancari”.
Il sindaco di Sante Marie Lorenzo Berardinetti, che è anche presidente dell’Uncem Abruzzo, ha aggiunto: “La difesa dei servizi essenziali nei piccoli comuni è una lotta che stiamo portando avanti da tanto tempo a livello territoriale con l’Unione dei comuni montani. Per evitare lo spopolamento dei piccoli centri, bisogna creare i servizi, tra i quali una banca o uno sportello bancario che sia a servizio del cittadino. Se a Sante Marie, dove vengono migliaia di visitatori all’anno, non avessimo un postamat , questo sarebbe un grande problema per il nostro piccolo comune e una sfortuna per l’intero territorio. Ecco perché chiediamo che l’Abi a livello nazionale dia delle indicazioni alle filiali regionali e locali affinché le banche nei piccoli centri abbiano almeno uno sportello per l’erogazione dei servizi essenziali”.