A Manoppello, sabato 3 giugno 2023, ore 17,30
Il fascino delle rondini, il loro mondo di partenze e ritorni e anche il loro drammatico declino, dovuto agli effetti della crisi climatica, all’uso dei veleni in agricoltura, alla perdita di habitat.
L’arboreto “Giancarlo Cipressi” di Santa Maria Arabona, a Manoppello, sabato 3 giugno, alle 17,30, ospiterà la presentazione del libro Piccola antologia della rondine (BastogiLibri), alla presenza della sua curatrice, la giornalista e scrittrice Maria Stella Rossi. Fresco di stampa, alla sua prima presentazione pubblica, il libro raccoglie contributi di scrittori, poeti, ambientalisti e artisti uniti “nel segno della rondine”. Il ricavato delle vendite andrà alla Lipu, storica associazione attiva in difesa degli uccelli e dell’ambiente.
Promossa nell’ambito di Appuntamento in giardino, grande festa di tutti i giardini italiani promossa per il quinto anno consecutivo dall’Apgi(Associazione Giardini e Parchi d’Italia), la presentazione ha lo scopo di invitare il grande pubblico a scoprire la ricchezza storica, artistica, botanica e paesaggistica dei giardini di tutte le regioni d’Italia, sia quelli famosi, regolarmente aperti, sia quelli meno noti, normalmente non visitabili, come appunto è l’arboreto “Giancarlo Cipressi”.
Per i bambini, sempre alle 17.30, il programma prevede un laboratorio dal titolo “Conosciamo meglio le rondini”, a cura della delegata Lipu L’Aquila Anna Narciso.
Alle 18,30, per chi lo desidera, visita guidata dell’arboreto.
All’evento partecipano anche Massimo Luciani, direttore Anci (Associazione nazionale Comuni Italiani) Abruzzo, e Maurizio Varriano, presidente del Parco Letterario del Molise “Francesco Jovine”.
L’ ingresso libero. Informazioni al numero 338.3276769 e alla arboretocipressi@gmail.com
CHE COS’E L’ARBORETO GIANCARLO CIPRESSI
L’Arboreto Giancarlo Cipressi si trova a Santa Maria Arabona, frazione del comune di Manoppello (Pescara). È una collezione di 90 tra arbusti e alberi di specie tutte diverse: dal tiglio al carpino, dal pino d’Aleppo al carrubo, dal ginkgo biloba al liquidambar. Ciascuna pianta è contrassegnata da un’etichetta su cui sono riportati il nome comune e quello scientifico. L’arboreto sorge su un terreno di un ettaro, in cima a una collina circondata dagli ulivi che si affaccia sul Gran Sasso e sulla Maiella. È stato immaginato, voluto e realizzato da Cinzia Toto, giornalista abruzzese, per metterlo a disposizione delle scolaresche come una sorta di aula di scienze all’aperto, ma anche per ospitare d’estate spettacoli di teatro-natura, come pure eventi all’insegna della cultura del paesaggio e della sostenibilità.
Una curiosità: tra i 90 alberi dell’arboreto c’è anche un «eroe». È il caco di Nagasaki, considerato in tutto il mondo un simbolo di pace in quanto discende da un esemplare sopravvissuto alla bomba atomica che distrusse la città giapponese.