Pescara – Con una nota stampa Giovanni Damiani, già direttore tecnico Arta Abruzzo, in qualità di portavoce del Coordinamento Salviamo gli alberi di Pescara*, a nome del sodalizio condivide l’appello del Comitato dei Cittadini, Comes e Codici sulla necessità e urgenza di mettere in sicurezza Fosso Grande per prevenire le tracimazioni già verificatesi nel dicembre 2013 e nel luglio 2019.
«Siamo invece totalmente in disaccordo con le proposte avanzate in merito, di eliminare la vegetazione, perché a nostro avviso sono nocive per la natura e non risolverebbero nulla, come peraltro già dimostrato quando questi interventi sono stati condotti in passato. La “pulizia” del corso d’acqua si rende necessaria solo per la rimozione dei rifiuti e di eventuali tronchi secchi e ramaglia.»
Il problema di Fosso Grande come spiega Damiani è l’insufficiente sezione di deflusso dello scatolare in cemento realizzato anni fa alla foce: in caso di alluvione costituisce un “tappo” che, incapace di far transitare le portate di piena, provoca rigurgito delle acque, conseguente esondazione e allagamento delle abitazioni limitrofe.
«Togliere, come proposto, la vegetazione, –sottolinea– comporta la velocizzazione delle acque verso quel “tappo” favorendo gli allagamenti. La vegetazione di tipo fluviale, infatti, rallenta e contrasta il formarsi del rigurgito. L’unico intervento efficace e risolutivo è invece quello di aumentare la sezione di deflusso: liberare la foce da quella strettoia di cemento che ostruisce il libero sfogo delle acque nel fiume Pescara, senza restringimenti o ostruzioni. Occorre pertanto restituire alla foce del Fosso Grande il suo percorso naturale originale (quello attuale che ostruisce per la sua insufficienza è stato scavato e cementizzato artificialmente), lasciar scorrere le acque allo scoperto tranne che per un modesto ponte necessario ovviamente per la continuità di via del Circuito, garantendo alle acque di massima piena un’adeguata sezione di deflusso».
Secondo il coordinamento “Salviamo gli alberi di Pescara” a questo intervento risolutivo può associarsi un restauro ecologico d’importanza sociale per l’intera città di Pescara e per Spoltore. «Innanzitutto il Fosso deve tornare ad immettere le sue acque allo stesso livello del fiume (oggi c’è nella parte terminale artificiale, una cascatella che impedisce la continuità ecologica fosso-fiume) così che i pesci possano entrare le Fosso, tornare a colonizzarlo e risalire. In passato la pescosità di Fosso Grande era tale che nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, in tempi di carestia, dava da mangiare a tutto il quartiere. Infine questo Fosso, lungo sette km, può divenire un parco urbano lineare che unisca Pescara a Spoltore in un percorso naturalistico-culturale ciclo-pedonale. Lungo il suo percorso, adesso che è stata messa in sicurezza e fatta scomparire l’obbrobrio della discarica, c’è possibilità di immergersi in ambienti agricoli, attraversare un piccolo parco naturale di preziosi frassini ( Fraxinus excelsior e Fraxinus oxycarpa), specie arboree nobili, di grandi dimensioni, di struggente bellezza, qui presenti contestualmente a differenza di altre parti d’Italia ( il primo è presente in natura solo nell’Italia del nord e l’altro nell’italia meridionale), poter vedere piccoli stagni con tritoni e avifauna, e alla fine arrivare alla fontana bimillenaria di Fonte Barco, storica per Spoltore, preziosità archeologica restaurata nel 2004 e attrezzata per pic nic. Il comune di Spoltore ha fatto la sua parte col restauro della fonte antica, l’eliminazione del depuratore degli scarichi che era nei pressi e la riqualificazione dei luoghi. Ora tocca a Pescara adottare misure definitive sulla sicurezza e la qualità dell’ambiente. Si tiene a ricordare che la foce di Fosso Grande, prima della cementificazione, terminava dando luogo a una piscina naturale di acque limpide, circondata da sabbia finissima, ove i locali andavano comunemente a fare il bagno. Lo chiamavano “maraone” perché la spiaggia era identica a quella del mare. E la risalita di Fosso Grande era il divertimento dei ragazzi della zona, ogni lunedì di Pasqua, tanta era (e in parte resta) gradevole l’ambiente di questo corso d’acqua. Nel corso della “ripulitura” condotta anni fa sulla parte terminale del Fosso (nel corso della quale furono abbattuti esemplari bellissimi di Ontano nero e alcuni biancospini alti quattro metri simili più ad alberelli che ad arbusto qual è), il Genio Civile trovò e segnalò al Comune circa 60 scarichi idrici provenienti dalla sponda pescarese e una quarantina dalla sponda spoltorese. Non ci fu nessun seguito per il risanamento. Eppure basterebbe, e questa è l’occasione, realizzare 500 metri di fognatura per captare quelle fogne e inviarle a depuratore eliminando una fonte inquinante per il Fosso, per il fiume e per il mare. Un’acqua pulita attrae per bellezza …quanto respinge una inquinata. Fosso Grande può ridiventare bellezza e attrattività.»
COORDINAMENTO SALVIAMO GLI ALBERI DI PESCARA
*Le associazioni: Archeoclub d’Italia sede di Pescara – Italia Nostra sezione “Lucia Gorgoni” di Pescara -Gruppo Unitario Foreste Italiane – G.U.F.I.- Associazione Mila Donnambiente – Le Majellane – Coordinamento Nazionale per gli Alberi e il Paesaggio (CO.N.AL.PA), Comitato Strada Parco Bene Comune- Comitato Oltre il Gazebo No Filovia -Associazione Italiana Architettura del Paesaggio sezione Lazio Abruzzo Molise Sardegna (AIAPP LAMS)- La Gallina Caminante – Saline.Marina.PP1 di Montesilvano –L’Albero bello – Associazione Culturale DEVA – FIAB Pescarabici – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta- Touring Club Italiano – Club di territorio di Pescara