Pescara. Dopo lo speciale concerto di presentazione al Conservatorio di Milano lo scorso 20 aprile e l’annuncio di una serie di CONCERTI URGENTI “a soggetto” in programma in primavera ed estate, vengono svelate oggi le prime date del tour autunnale di Vinicio Capossela che porterà le TREDICI CANZONI URGENTI IN TEATRO.
Il tour si intitola CON I TASTI CHE CI ABBIAMO – come la canzone che chiude il nuovo album – e farà tappa al Teatro Massimo di Pescara il 4 novembre alle 21. Concerto organizzato da Best Eventi.
Tredici canzoni urgenti (una produzione La Cupa) è il nuovo album di Vinicio Capossela uscito lo scorso 21 aprile su etichetta Parlophone per Warner Music Italy e presentato al Conservatorio di Milano lo scorso 20 aprile in un atto unico ricco di ospiti.
Tredici nuove canzoni scritte fra febbraio e giugno del 2022 e registrate nei mesi seguenti come diretta conseguenza del momento storico che stiamo vivendo. Un disco musicalmente polimorfo e collettivo, che contiene molti strumenti, musicisti e ospiti, e che alterna diverse forme musicali, dalla folìa cinquecentesca al reggae and dub anni ‘90. Ballate, waltz, jive e un cha cha cha costituiscono l’universo musicale di canzoni che nascono dall’urgenza di interpretare e dare voce ai problemi più stringenti del momento storico che stiamo vivendo. Un campionario di mali che abbiamo quotidianamente davanti ai nostri occhi ma che – schiacciati dall’incessante berciare della società dello spettacolo (che è sempre più la società dell’algoritmo) – non riusciamo più a vedere, a sentire, a capire.
Il tour teatrale CON I TASTI CHE CI ABBIAMO sarà anticipato da una serie di CONCERTI URGENTI “a soggetto” in programma in primavera ed estate: il 9 luglio al Teatro romano di Fiesole all’ Estate Fiesolana, il 13 a Pesaro a Lonely Planet UlisseFest, il 28 a Bra (CN) ad Attraverso Festival, il 29 al Forte di Bard (AO), il 2 agosto a Cassano All’Ionio (CS) ad Armonie d’Arte Festival e il 3 a Mesagne (BR).
Con i tasti che ci abbiamo
“I tasti del pianoforte, smontati, sembrano spazzolini da denti per elefanti, o metri di legno da muratore. Privati del loro compito, e del complesso dello strumento per il quale sono costruiti, diventano lunghe dita inarticolate, smaltate in punta, a volte di bianco a volte di nero. Schegge di qualcosa che si è rotto, di un mondo fatto a pezzi come da un congegno che ti è esploso tra le mani.
Con i tasti che ci abbiamo, ci siamo fatti infilzare senza che nessuna beatitudine ne sia venuta. Ma sono venute tredici canzoni, fastidiose e urgenti.
Sono canzoni che non si sottraggono al tempo e che parlano da sé: affrontano i temi del pericolo e della grazia, che viviamo in dimensione collettiva, messi sul piatto e serviti con tasti rotti come posate. Pezzi di legno e smalto che a volte feriscono a volte carezzano, a volte grattano la schiena. Possono essere schegge, coltelli o amuleti, ma è comunque tutto quello che abbiamo per affrontare i mostri fuori e dentro di noi.
Affrontarli insieme è meglio che affrontarli da soli.
Con i tasti che ci abbiamo suoneremo e parleremo e canteremo nel riparo dei teatri in autunno. Il cuore urgente (per citare il telegrafista di Jannacci) non ha bisogno di maschere, scenografie e infingimenti, è un cuore messo a nudo, una radiografia a torace aperto. Soltanto riconoscendo la nostra finitezza possiamo costruire sui nostri limiti delle possibilità. Ed è quello che cercheremo di fare il prossimo autunno nei teatri, declinando il concetto dell’urgenza nell’essenzialità della musica, con una formazione di musicisti e musiciste aperta ad accogliere, di città in città, l’ospite e con un repertorio a scaletta libera incentrato sul perno di queste tredici canzoni, in una specie di mensa all you can eat a cui mangeremo tutti.
Impeggiamo per immegliarci e tutto sarà stato un regalo.”