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Interrogazione alla Camera di D’Alfonso sulla ex Sevel, domani la risposta del Governo

Roma – Verrà trattata domani mattina, martedì 21 marzo, alle ore 11 alla Camera l’interrogazione a risposta orale che il deputato del PD Luciano D’Alfonso ha presentato il 15 febbraio scorso in merito allo stabilimento Sevel, oggi FCA Italy, facente parte del gruppo Stellantis, situato nel nucleo industriale della Val di Sangro.

L’atto di sindacato ispettivo – che sarà il sesto ad essere discusso nel corso della seduta – è rivolto al Ministro delle imprese e del made in Italy e al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere “quali iniziative i Ministri interrogati, per quanto di competenza, intendano adottare affinché sia garantita la competitività, la produzione e il mantenimento dei livelli occupazionali nello stabilimento ex Sevel di Atessa” nonché “se si intenda istituire, presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, un tavolo di confronto permanente, con il coinvolgimento di Stellantis, delle rappresentanze sindacali, delle imprese dell’indotto e delle istituzioni locali, che affronti e risolva le problematiche dello stabilimento ex Sevel e delle imprese dell’indotto presenti nel territorio”; infine “se, in raccordo con la Regione Abruzzo, si intenda attivare percorsi di ammodernamento delle imprese dell’indotto legate al settore dell’automotive con l’obiettivo di valorizzare le professionalità acquisite, favorire la riconversione delle produzioni verso la transizione ecologica e una maggiore apertura al mercato delle forniture in luogo della mono-committenza”.

Nel testo del documento D’Alfonso ricorda che “lo stabilimento nel 2021 ospitava oltre 6.000 dipendenti. Lo scorso anno circa mille lavoratori somministrati non sono stati confermati alla scadenza del contratto di lavoro. Ulteriori dipendenti stanno, inoltre, ricevendo offerte da parte dell’azienda come incentivo all’esodo”. 

Non solo: dal 2019 il gruppo Stellantis “ha avviato la produzione degli stessi veicoli prodotti nello stabilimento ex Sevel anche nell’ex stabilimento Opel di Gliwice in Polonia. Quest’ultimo è stato ristrutturato per la nuova produzione ed è altamente automatizzato con una capacità produttiva di circa 107.000 furgoni l’anno. Lo stabilimento polacco, oltre a sottrarre la produzione dello stabilimento della Val di Sangro, apre un processo di competizione sia per gli aiuti dello Stato polacco sia per il basso costo di produzione favorito dall’utilizzo di tecnologie di ultima generazione. Nessuna ristrutturazione, al contrario, è stata finora prevista per lo stabilimento ex Sevel, i cui impianti risalgono al 2000”. Il risultato è che “la produzione dello stabilimento ex Sevel, prima della pandemia, si attestava intorno ai 300.000 furgoni, di cui il 55 per cento a marchio FCA e il 45 per cento a marchio PSA. Ora la produzione prevista si dovrebbe attestare intorno ai 250.000 furgoni” anche se l’anno scorso se ne sono prodotti soltanto 206.000.

Il deputato dem osserva anche che “nonostante l’accordo fatto con la Toyota per la produzione di nuovi furgoni, la situazione produttiva per il 2023 sembra essere simile a quella del 2022 per lo stabilimento di Atessa, mentre per lo stabilimento di Gliwice sembrerebbe profilarsi un aumento i volumi produttivi. I volumi Toyota non garantiranno un sensibile aumento delle produzioni, pertanto, sembra che anche per il 2023 i volumi si attesteranno sotto i 250.000 furgoni previsti”. Desta preoccupazione il fatto che Stellantis “per far fronte a questa situazione produttiva sta pensando di internalizzare alcune attività, spostando il problema occupazionale verso le imprese dell’indotto, che risultano essere una realtà di fondamentale importanza per il territorio della Val di Sangro”.

D’Alfonso commenta che “ci troviamo di fronte a un quadro preoccupante: tra il 2019 e il 2022 in Abruzzo c’è stata una contrazione dell’export quantificabile in oltre il 30%, mentre in Piemonte ed Emilia-Romagna l’aumento è stato rispettivamente del 43% e del 40%. Il settore dell’automotive rappresenta uno dei settori maggiormente strategici per l’economia nazionale e abruzzese, oltre che per l’area industriale della Val di Sangro con il relativo indotto produttivo, dobbiamo operare con tutti i mezzi a nostra disposizione affinché venga salvaguardato e potenziato”.

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