domenica , 24 Novembre 2024

Sentenza Hotel Rigopiano: condanne minori per gli imputati, tensione alta in aula

Lo scenario davanti al quale si sono ritrovati i soccorsi . Ph cortesia del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico - CNSAS

Pescara – La sentenza sul caso dell’Hotel Rigopiano di Farindola, travolto da una valanga il 18 gennaio 2017 e in cui persero la vita 29 persone, è stata emessa dal giudice di Pescara, Gianluca Sarandrea, dopo tre anni dall’avvio del processo.
Dei 30 imputati tra amministratori e funzionari pubblici, oltre al gestore e al proprietario della struttura, accusati a vario titolo dei reati di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni, falso, depistaggio e abusi edilizi, 25 sono stati assolti e 5 condannati, ma per reati minori.

Tra i condannati, il sindaco Ilario Lacchetta ha ricevuto una pena di 2 anni e 8 mesi, mentre il gestore dell’hotel, Bruno Di Tommaso, e il tecnico Giuseppe Gatto sono stati condannati a 6 mesi, e i funzionari della Provincia Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio a 3 anni e 4 mesi.
Tra le persone assolte ci sono l’ex sindaco di Farindola, Massimiliano Giancaterino, l’ex prefetto del capoluogo adriatico, Francesco Provolo e l’ex presidente della Provincia, Antonio Di Marco.

La sentenza ha scatenato la reazione dei parenti delle vittime, che hanno espresso lacrime e urla di protesta in aula. Alcuni di loro hanno gridato contro il giudice e sono stati trattenuti dalle forze dell’ordine. La tensione è stata altissima e ha richiesto l’intervento di poliziotti e carabinieri.

Il processo è durato oltre sei anni, con 15 rinvii e le aule separate in piena emergenza Covid.
Durante la sentenza, i familiari delle vittime hanno appoggiato su 29 sedie altrettante magliette bianche con le immagini dei loro parenti morti nel disastro.

Il procuratore Giuseppe Bellelli aveva auspicato “una sentenza che in nome della verità e della giustizia attribuisca le responsabilità individuali e collettive” per questa tragedia. La sentenza di primo grado, tuttavia, sembra non aver soddisfatto le richieste dei familiari delle vittime e di coloro che cercavano una giustizia adeguata per la morte di 29 persone.

Marsilio, “La sentenza provoca dolore e sorpresa ma va rispettata”

Pescara – “La sentenza provoca dolore e sorpresa, e non possiamo non comprendere i sentimenti dei familiari delle vittime e dei superstiti. Nello stesso tempo, abbiamo il dovere come rappresentanti delle Istituzioni di rispettare la sentenza e di prendere atto della decisione del Giudice. Naturalmente, per esprimere un giudizio più completo e valutare le eventuali ulteriori azioni che la Regione potrà e dovrà intraprendere, dobbiamo attendere la pubblicazione delle motivazioni, che leggeremo e studieremo con la necessaria attenzione”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. 

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