Caramanico Terme – Nel corso dell’assemblea pubblica tenutasi il 18 febbraio nella sala consiliare del Comune di Caramanico Terme, il Gruppo PD regionale e il Gruppo comunale “Uniti per Caramanico” hanno invitato la Regione Abruzzo ad interloquire con la curatela fallimentare ai fini dell’acquisto di entrambi i lotti in cui i curatori hanno diviso i beni oggetti del fallimento. Una proposta che avevamo già avanzato nel Consiglio provinciale straordinario del 9 gennaio 2023, richiesto proprio dal Partito democratico.
Le ragioni secondo gli intervenuti sono svariate. Per la Regione Abruzzo venire in possesso anche del complesso termale, oltre che della concessione delle acque, potrebbe: salvaguardare comunità e territori da qualsiasi problema legato in futuro alla gestione di un privato, prevenire i canonici ritardi e ricorsi che storicamente la gestione dell’acqua mediante avviso pubblico porta con sé – come insegna la vicenda di Canistro – e le inevitabili problematiche legate all’indizione di due bandi separati, uno per la concessione dell’acqua termale e uno per lo stabilimento, che rendono di fatto l’investimento poco attrattivo.
«Ora che è stata calendarizzata la nuova asta, –hanno spiegato– la seconda, che si svolgerà con vendita competitiva e in modalità asincrona dal 27 aprile al 4 maggio 2023, la nostra richiesta diventa ancora più pressante. Alla Giunta Marsilio chiediamo quindi di organizzare quanto prima un incontro con la curatela – che ha il compito di garantire la migliore soddisfazione dei creditori e ringraziamo per il lavoro svolto finora – per valutare se ci siano le possibilità per un protagonismo della Regione Abruzzo.
Caramanico e i Comuni vicini hanno bisogno di risposte concrete, e ad oggi l’unica evidenza è che le Terme resteranno chiuse anche per tutto il 2023. Occorre fare in modo che possano riaprire almeno per il 2024, e la nostra proposta, al momento, è quella che offre maggiori certezze.»
Nel frattempo, rispetto alla prima asta, il valore di stima del primo lotto (quello dello stabilimento termale propriamente detto) è sceso, per l’offerta minima, da € 8951.523,32 a €. 7608.794,83 (pari all’85% della base d’asta), mentre per il secondo lotto (quello relativo alla proprietà de “La Réserve) si è passati da €. 12.129.780,67 a €. 10.310.313,57.
«Riacquistare entrambi lotti costituirebbe senz’altro la soluzione ideale, –hanno concluso PD e Uniti per Caramanico– ma sarebbe quantomeno auspicabile assicurarsi il primo, quello relativo ai beni dello stabilimento termale, al fine di rendere il percorso per la riapertura rapido ed incontrovertibile. Per la Regione Abruzzo, oltretutto, si tratterebbe soltanto di un investimento da ammortizzare nel corso degli anni, considerato che la gestione affidata a terzi consentirebbe poi di rientrare gradualmente dell’esborso economico. Senza contare che a breve la Regione potrà contare sui fondi per lo sviluppo e la coesione, pari a 1,5 miliardi di euro, una somma con cui è possibile non solo finanziare l’investimento per l’acquisto dei due lotti, ma anche prevedere un corposo stanziamento per ristorare, supportare e rilanciare il Comune di Caramanico e l’intero comprensorio turistico della Maiella, fortemente compromessi in questi anni dalla chiusura delle terme.
Ci auguriamo che il Presidente Marsilio possa convocare presto le forze di opposizione per discutere assieme e in maniera costruttiva della nostra proposta.»