venerdì , 22 Novembre 2024

Cozzi: “Stella Maris, progetto Accademia unico sostenibile”

«In merito agli stanziamenti da parte della Provincia, se oggi si è da più parti sottolineata l’insufficienza di un milione per la Stella Maris a cosa sarebbe servito all’epoca spendere 100 mila euro di soldi pubblici, senza avere la certezza della disponibilità dell’edificio e del percorso scelto per il rilancio? Avremmo aggiunto al danno (lo spreco del denaro pubblico), la beffa dell’ennesimo intervento inutile perché privo di una concezione sistemica di rilancio».

Cozzi prosegue: «Solitamente un “matrimonio” si fa in due e mentre l’Accademia delle Belle Arti di Roma ha mostrato al Comune di Montesilvano un interesse concreto alla Stella Maris con documenti ufficiali, le altre proposte avanzate probabilmente non sono state nemmeno rivolte ai soggetti tirati in ballo (Istituto Misticoni Bellisario e Accademia de L’Aquila) che non hanno nemmeno evidenziato pubblicamente, con atti e dichiarazioni, la volontà, le sinergie e le potenzialità per reperire i due milioni di euro mancanti per il restauro definitivo dell’edificio. Si tratta pertanto di parole pronunciate al solo fine di fare polemica e cercare la luce dei riflettori».

Cozzi sottolinea infine come a fronte di tante generiche dichiarazioni di intenti, l’unica proposta ad avere avuto un sostegno concreto, ampio, bipartisan, con ricadute di visibilità nazionale sia stata proprio quella dell’Accademia delle Belle Arti di Roma. «Non abbiamo intenzione di sprecare un solo centesimo dei Montesilvanesi con progetti fumosi, astrusi e di scarsa prospettiva.
Proprio per questo continueremo a impegnarci con grandissima dedizione affinché “la Stella Maris porti altre stelle” della cultura, come ha già fatto e come dimostrano gli eventi già realizzati come L’Albero della cuccagna. Se la grande attenzione del mondo dell’arte, della cultura e della formazione nazionale può dare fastidio a qualcuno che non riesce ad averla malgrado gli sforzi profusi a caccia di visibilità sui quotidiani locali, ce ne faremo una ragione, continuando a guardare saggiamente la luna e non il dito».

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