Pescara – «Ieri un altro esemplare di pino è stato abbattuto.
Siamo in via Pepe, ma di verde ormai non è rimasto più nulla.
L’immagine del cartellone di cantiere cerca di emozionare illustrando una Pescara verde e colorata; ma i lavori per la nuova sistemazione della via hanno minato i nostri pini, abbattuti direttamente, o abbattuti dal vento a causa del taglio alle radici. Al posto degli alberi ora ci sono cassoni e muri di cemento.»
Il commento è del Comitato Direttivo della Sezione “ L. Gorgoni” Italia Nostra ,Pescara. ricordando come in via Pepe c’erano molti pini, anche di una certa età, a disegnare quella sfumatura salutare di verde che diventava sempre più decisa all’approssimarsi della Riserva dannunziana.
«Da tanti ne sono ormai rimasti meno di una decina, sacrificati sull’altare dei cantieri stradali per progetti avulsi dal luogo: prima l’avanzata delle palme africane dal mare, poi il progetto su fosso Bardet con l’ostinazione a tombare i corsi d’acqua per convogliare sempre più le acque piovane miste a quelle di fogna, e infine la cosiddetta riqualificazione della porzione centrale della strada che ha causato l’abbattimento degli ultimi alberi.» Commenta Italia Nostra lamentando come oramai si progetta e si realizza come se fossimo in un “non luogo” e in un “non tempo”.
Hanno 10 anni le linee guida su come si può e si deve rendere resilienti le nostre città (Legge 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”), «ma a Pescara non sono arrivate; –sottolinea amaramente l’associazione– l’attualità della emergenza climatica legata alla resilienza territoriale non coincide con il tempo della nostra amministrazione, che pervicacemente continua a progettare come se fossimo in una bolla temporale congelata agli anni ’80.
La nuova piazza è stata calata come su un foglio bianco, atterrata casualmente nel mezzo della strada, con le sue strutture in cemento che tagliano spazi invece che renderli comunicanti, e tagliano alberi la cui colpa è di essersi trovati sul cammino di questo astratto disegno concepito come per un capriccio formale senza considerare alcuna preesistenza.
L’approccio è lo stesso attraverso tutta la città, dove la messa in opera di piste ciclabili danneggia irreparabilmente i nostri viali, come viale dei Pini, con i lavori ancora in corso e gli scavi per le tubazioni TUTTI realizzati tagliando radici e creando le condizioni dei prossimi crolli.
Gli alberi non sono contemplati, non sono riconosciuti come patrimonio e come infrastruttura fondamentale della città, portatrice di salubrità, di socialità e di vita.
È lo stesso approccio che l’Amministrazione ha sull’area di risulta: non si comprende che ora, in questo tempo e in questo luogo, l’opera della quale abbiamo disperatamente bisogno, che ci salvaguarderà per il nostro futuro, è proprio quel parco di oltre 10 ettari, così come è proprio il sistema diffuso di verde che, invece, stanno falcidiando. Nessuno avrà beneficio da quel muro in cemento che sta nascendo in via Pepe, passando sopra i pochi pini rimasti. Nessuno avrà beneficio da quel muro abitato gigante che vogliono costruire nell’area di risulta, passando sopra ai nostri bisogni di aria, di ombra e di salute.
Non si può immaginare una città senza più alberature importanti; si deve cambiare strada per proteggere la qualità della vita tra le nostre strade e fin dentro le nostre case.
Per questo torniamo a chiedere partecipazione , scelte scientificamente fondate per gli interventi sul verde urbano e una verifica preventiva delle conseguenze sulla vegetazione dei nuovi progetti pubblici.» Conclude la Sezione “ L. Gorgoni” Italia Nostra di Pescara