venerdì , 22 Novembre 2024

Solo problemi per chi trova una testuggine palustre americana Trachemis scripta

 (detenzione oggi vietata dalla legge) e la preleva per impedire che faccia danni nell’ambiente naturale    Cittadini in difficoltà per le inadempienze delle Regioni.
Nessun intervento in Abruzzo, come altrove, benché lo Stato abbia stanziato 15 milioni 

Pescara – Succede spesso, durante le passeggiate in natura così come in ambienti urbani, che i cittadini si imbattano in testuggini palustri americane Trachemys scripta scripta (detta “dalle orecchie gialle”) o Trachemys scripta elegans (“dalle orecchie rosse” a causa della colorazione presente sui due lati della testa), la cui detenzione è attualmente proibita dalla normativa europea recepita anche in Italia.

La Trachemys è inclusa infatti nell’elenco delle specie esotiche invasive, dannose per gli ambienti e per le specie autoctone. Chi non si è messo in regola denunciandone il possesso (è stato possibile sino al 31 agosto 2019) rischia per questo denunce e pesanti sanzioni pecuniarie. Capita allora che molte vengano abbandonate, a dispetto degli enormi danni che possono provocare. Chi le incontra, o perché consapevole della loro pericolosità per la fauna locale o perché commosso da un animale comunque in difficoltà, è indotto a intervenire, raccoglie la testuggine e poi cerca di trovarle una idonea sistemazione. E qui nascono i problemi: la Regione Abruzzo non ha realizzato un proprio centro, né ha stipulato accordi con privati, per ospitare le specie esotiche invasive come invece sarebbe obbligata a fare e nessuno, di conseguenza, può legittimamente accoglierle. Il cittadino bussa a tutte le porte, si dà da fare ma quasi sempre senza esito positivo. Sono decine le telefonate che ogni anno ricevono le strutture locali del WWF e gli esperti della sezione Abruzzo e Molise della SHI (Societas Herpetologica Italica), ma purtroppo non è possibile offrire soluzioni, almeno sino a quando la Regione non si deciderà a rispettare la normativa in vigore. 

«Il rilevamento e l’eradicazione di specie aliene – spiega il coordinatore della SHI abruzzese e molisana Marco Carafa – è un compito attribuito alle Regioni dal Decreto legislativo 230 del 15.12.2017 (entrato concretamente in vigore, dopo vari rinvii, a fine agosto 2019) con il quale la normativa nazionale è stata adeguata al Regolamento UE n. 1143/2014. Tale decreto ha definitivamente proibito il commercio e la detenzione di quelle che sono definite specie “esotiche invasive”, vale a dire piante e animali provenienti da altri parti del mondo (quindi “aliene”) che l’Unione Europea ha giudicato dannose per la biodiversità e quindi per flora e fauna nostrane.  L’UE individua, in un elenco sottoposto a periodici aggiornamenti, quelle “di rilevanza unionale”, cui ciascuno Stato aderente può aggiungerne altre “di rilevanza nazionale”. Nell’elenco è, appunto, inclusa la testuggine palustre americana». 

«I cittadini che avevano in casa un animale o una pianta compresi in queste liste – aggiunge la presidente del WWF Chieti-Pescara Nicoletta Di Francesco – hanno avuto tempo fino al 31 agosto 2019 per denunciarne il possesso e mettersi così in regola oppure, in alternativa, per affidarle, come recita il Decreto 230/2017, a strutture pubbliche o private autorizzate, individuate dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano (art. 27, comma 5). Il problema è che l’Abruzzo, come diverse altre Regioni, non lo ha fatto, anche se nella legge di bilancio 2022 è stato inserito un fondo da 15 milioni di euro (5 milioni per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024) esclusivamente indirizzato a favorire la “concreta attuazione” del decreto, con azioni di cui si dovrà anche dar conto al Ministero e all’ISPRA per consentire di riferire i risultati alla Commissione Europea. Molte Regioni, e tra queste l’Abruzzo, continuano tuttavia a ignorare la normativa. E i cittadini ne pagano le conseguenze…». 

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