Pescara – “A conferma che le nostre carceri non sono sicure.
Lo aveva detto pubblicamente che si sarebbe tolto la vita e lo ha fatto e cosa più grave gli è stato permesso. E sono insopportabili quelli che festeggiano la sua morte che si aggiunge al sangue del femminicidio compiuto. Doveva essere processato e doveva scontare il suo crimine orribile. Doveva essere fermato prima e non è stato fatto nonostante i suoi comportamenti aggressivi nei confronti della vittima barbaramente uccisa. Invece come spesso accade nei nostri istituti penitenziari giustizia non è stata fatta. Ne prima, ne dopo, ne durante.
Così moltiplichiamo le vittime invece che ridurle, e i cittadini diventano tifosi di una silenziosa e quotidiana guerra in cui non solo il patriarcato regna e trionfa culturalmente ma la guerra tra poveri trasforma tante e tanti in assatanati di sangue che non chiedono un cambiamento culturale ma la testa delle persone come fossimo all’eta della pietra.
Vogliamo giustizia, non giustizialismo, vogliamo diritti, non femminicidi e lapidazioni.Stop alla violenza sulle donne, ma nessuno tocchi Caino.” Così in una breve nota Daniele Licheri – Segretario Regionale Si Abruzzo