A confermarlo il presidente della nuova società unica di trasporto pubblico, Tua, Luciano D’Amico, che al termine del Cda assicura che “con il nuovo bando e per i necessari interventi che occorreranno sulle opere già realizzate non ci sarà nessuno spreco di soldi pubblici. Il contratto si dovrebbe risolvere consensualmente con la società che ha acquisito la Balfour Beatty e avviare un nuovo appalto per scovare finalmente un mezzo adatto al tracciato e con le caratteristiche adeguate”.
Dopo la chiusura dell’azienda che avrebbe dovuto fornire Phileas, il modello di filobus previsto per il tratto tra Montesilvano e Pescara, la Alpiq aveva offerto alla Gtm un nuovo mezzo, però definito «non congruo» dall’ex presidente della Gtm, Michele Russo.
Sembrerebbe secondo le dichiarazioni del nuovo presidente che “il tracciato rimarrà per la maggior parte elettrificato, mentre in altri punti, come sul ponte Risorgimento, il filobus andrà a batteria. Resta da decidere sull’elettrificazione o meno di corso Vittorio Emanuele e per questo si avranno degli incontri con tecnici del Comune. D’altra parte l’aggancio dei nuovi filobus con i fili rimane identico a quello previsto per Phileas, cioè con le pinzeâ€.
Forte il dissenso di fronte a quanto sta accadendo da parte dei comitati civici sorti per la strada parco, da sempre estremamente critici sulla fattibilità dell’opera alla luce delle tante incongruenze e degli sprechi.
Pubblichiamo di seguito la lettera indirizzata proprio al nuovo il presidente di Tua, Luciano D’Amico, a nome del referente dei comitati cittadini, Ivano Angiolelli.
Angiolelli, che da anni segue con esperienza e competenza gli sviluppi e i tanti intoppi dell’opera evidenzia la mancanza, allo stato dell’arte, di un filobus dotato di pacco batterie, quindi ibrido, pure provvisto di guida vincolata immateriale perfettamente funzionante su strada, oltre al rischio di bocciature della Commissione ministeriale di Sicurezza.
Scrive Angiolelli
“Magnifico Rettore, Chiarissimo Professor D’Amico, con la scelta preannunciata, rischia di perpetuare i medesimi errori storici commessi da GTM, che hanno condotto allo stallo irreversibile dell’opera. Sul mercato internazionale degli autobus non esiste, allo stato dell’arte, un filobus dotato di pacco batterie, quindi ibrido, pure provvisto di guida vincolata immateriale perfettamente funzionante su strada. Il sistema a guida ottica della Siemens, che avrebbe dovuto equipaggiare il trolley bus della Carrosserie Hess, proposto da ALPIQ quale veicolo alternativo equivalente del fallito Phileas, ritenuto non congruo dalla GTM, e’ già fallito a Bologna col similare sistema Civis della Irisbus. Vogliamo incorrere anche a Pescara, Professor D’Amico, dopo tanto penare, nella bocciatura della Commissione ministeriale di Sicurezza?â€
Critico anche sul tracciato “malamente prescelto†e della difficoltà di rimozione delle numerose barriere architettoniche.
“La Strada parco, per la limitata ampiezza della carreggiata (sette metri), può accogliere – a fini di sicurezza – solo sistemi TPL a guida vincolata. Occorrerebbe, pertanto, se si vuole che il servizio di trasporto funzioni con regolare continuità, anziché buttare soldi in fumo con improbabili vincoli immateriali, ripristinare le antiche rotaie questa volta su entrambe le corsie di direzione. A meno che non si voglia optare per l’antica idea cara al PD, di occupare solo la corsia lato ovest dell’angusta carreggiata, destinando quella lato mare a pista ciclabile, col marciapiede lato monte riservato in via esclusiva ai pedoni, compresa l’area oggi occupata dalla pista ciclabile. Resterebbe, in ogni caso, irrisolto il problema delle insuperabili barriere architettoniche disseminate su un tracciato per nulla idoneo, anche per la presenza di diciannove incroci e di altrettante banchine di fermata, ad accogliere una metropolitana veloce di superficieâ€.
Secondo Angiolelli “Tanto varrebbe, ricercare un tracciato alternativo che sia davvero funzionale e praticabile, esteso agli altri lotti previsti, ove impiegare mezzi ibridi, a larga diffusione in Europa e nel mondo, altrettanto ecologici, privi delle costosissime infrastrutture fisse, a beneficio dei tempi di esecuzione dell’opera, dei costi complessivi dell’impianto, degli stessi oneri annuali di gestione e manutenzione in esercizio. Persino del paesaggio, non deturpato dalle antiestetiche architetture verticali e della complessiva qualità della vita della popolazione. Rifletta, La prego, Professor D’Amico!â€