Pescara – «Desidero manifestare la mia completa adesione alla manifestazione di protesta dei Sindaci e dei cittadini di Abruzzo e Lazio in programma sabato mattina contro il caro pedaggi per l’A24 e l’A25.
E’ assolutamente necessario arrivare ad una discussione frontale con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per chiedere e ottenere la ridiscussione totale degli impianti contrattuali del 2001. Non c’è bisogno altrimenti di stare ad invocare Cassandra la profetessa di sventure, per aspettarsi ulteriori aumenti a dismisura dei pedaggi. Purtroppo tutto dipende da quella pagina sbagliata scritta nel 2001 con la gara d’appalto, che ha fatto in modo che il ripagamento del funzionamento dell’autostrada gravasse interamente sulle spalle degli utenti. Non può più essere da sola la tariffa a pagare l’intero dei lavori di gestione e manutenzione di un’autostrada di montagna onerosissima: c’è bisogno di determinare un nuovo strumento contrattuale a tutela degli utenti, che sappia trasferire un pezzo dell’onere di questa autostrada sulla finanza pubblica, o di una completa revisione contrattuale da scriverla utilizzando lo strumento di un nuovo piano economico finanziario.
Ma vi è anche l’altro grave fardello, in grado di far crescere all’infinito i pedaggi, costituito dalla nota delibera Cipe che ha previsto, a monte, la garanzia che i dividendi di risulta della gestione di Autostrade per l’Italia debbano essere di un miliardo di euro l’anno: come se alla controparte di un contratto di locazione si garantisse assurdamente l’ammontare “minimo” dell’affitto indipendentemente dal numero dei metri quadri. Ribadisco che questa sbagliatissima delibera Cipe va assolutamente impugnata dinanzi al Tar del Lazio. Lo faremo prestissimo con un ricorso che stiamo preparando affiancati da autorevolissimi giuristi.» Così il senatore Dem Luciano D’alfonso.
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