Pescara – “Non so se il senatore abruzzese Luciano D’Alfonso, di solito assai attivo nel rendere note le sue attività, abbia comunicato che la commissione Finanze del Senato che presiede ha espresso un parere non ostativo all’eliminazione dell’Iva e della accise sulla vendita di armi da guerra. Mano male che va in chiesa tutte le mattine. Evidentemente per lui, come per tutti i politici cattolici dal PD a Fratelli d’Italia, le parole di Papa Francesco contano meno delle richieste che arrivano dalla Casa Bianca.”
Così Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea interviene a gamba tesa criticando il senatore Dem. La guerra in Ucraina secondo Acerbo è diventata il pretesto per approvare l’esenzione Iva sul commercio d’armi nell’ambito del riarmo chiesto dalla NATO.
“Questa misura –ricorda Acerbo– venne proposta in passato dall’allora ministra della difesa Pinotti (PD) come sostegno al riarmo europeo nel quadro Pesco e poi ripresa da Ursula Von Der Leyen nel discorso sullo stato dell’Unione come una delle priorità UE. La guerra in corso sta diventando la foglia di fico per una politica bellicista dei paesi occidentali in corso da anni. Secondo il Sipri di Stoccolma l’84% nella produzione di armi e sistemi d’arma a livello globale con annessa internazionalizzazione della filiera bellica è controllato da multinazionali del blocco euroatlantico e dai suoi impresentabili alleati (Turchia, Israele, Emirati Arabi). I 35 miliardi per la “difesa” messi a disposizione dall’Italia si sommano ai 100 miliardi recentemente stanziati dalla Germania. Facciamo presente che già ora il solo budget della Difesa francese è praticamente identico a quello russo e che la spesa Nato è 18 volte superiore.
Mentre esplode il carovita e le piccole imprese chiudono la lobby delle armi fa affari.
Bisognerebbe eliminare o ridurre l’Iva e le accise su tanti beni essenziali e questo parlamento di “pazzi” la elimina sulle armi da guerra.
Sono a disposizione per dibattiti con parlamentari abruzzesi che votano queste cose su qualsiasi televisione, radio o pubblica piazza della nostra regione. ” Conclude il segretario di PRC-SE.