Pescara – Dal COMITATO “PESCARATUTELA/SELFIE” riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera aperta indirizzata al Primo cittadino contenente un invito a denominare correttamente quella che oggi viene proposta come “Pineta dannunziana”.
All’attenzione del Sig. Sindaco Oggetto: denominazione Pineta dannunziana Ill.mo Sindaco, il nostro Comitato da tempo si sta occupando della rilettura delle denominazioni di elementi storici della nostra città. A questo proposito ci siamo soffermati sull’esigenza di ridenominare l’attuale “Riserva dannunziana” in quanto storicamente la Pineta di Pescara è legata alla famiglia d’Avalos. Riteniamo che alla luce della possibile acquisizione da parte del Comune di Pescara del Comparto della Pineta denominato ex-galoppatoio, si potrà riparare parzialmente a questa anomalia. Infatti tale comparto è costeggiato da Via d’Avalos e pertanto deve essere denominato “Parco d’Avalos”, lasciando agli altri comparti quella di Pineta dannunziana. Mariano Marrone, un grande studioso, ha pubblicato nell’ottobre 2019 un libro dedicato ai d’Avalos compiendo un atto riparatore della comunità locale, da sempre distratta dalle proprie vicende storiche, anche le più importanti e coinvolgenti. E da questa pubblicazione si pone con forza l’eclatante disattenzione nella denominazione della Pineta di Pescara. Da sempre “Parco d’Avalos”, ma da qualche decennio, appunto, inopinatamente denominato “Pineta dannunziana”, forse più affascinante per la pubblicistica e per l’opinione pubblica, ma sicuramente un “assassinio” di pagine di storia. Questo casato, nel bene e nel male, è stato protagonista per quattro secoli delle vicende del nostro territorio. Famiglia di origine spagnola, messasi nel 1400 al seguito del re Alfonso V, partecipò all’estensione del dominio aragonese dalla Sicilia al Regno di Napoli. Da allora la storia di questa famiglia diventa anche quella del nostro Abruzzo. I titoli nobiliari sono eloquenti: Marchese del Vasto, Marchese di Pescara, Principe di Francavilla e altri legati a questo territorio. Il lavoro di Marrone è semplicemente fantastico. L’albero genealogico ci permette di comprendere con celerità la presenza dei d’Avalos nei quattro secoli della storia del nostro territorio. La descrizione analitica e puntuale delle vicende storiche ci fa entrare nel clima dei secoli dal Rinascimento fino all’Unità d’Italia. Quattro secoli in cui questa famiglia ha esercitato il potere su un territorio aspro, con una costa aperta e vulnerabile alle incursioni, con il confine del Tronto che Vittorio Emanuele II riuscì a superare solo nell’ottobre del 1860. Ma a quel tempo la famiglia aveva ormai perso l’importanza e la centralità del passato. Questo lavoro, inoltre, ci permette di sollevare una questione importante, ovvero l’attenzione che le classi dirigenti che governano oggi il nostro territorio devono porre alla conoscenza della nostra storia, verso cui Lei ha mostrato e mostra grande attenzione e sensibilità. Pescara, 31 marzo 2022 Il Coordinatore Licio Di Biase |