Teramo – L’amministrazione comunale ha partecipato oggi ad alcune cerimonie che si sono tenute in città per la Festa della donna.
Alle 10.00 il sindaco Gianguido D’Alberto, assieme agli assessori Ilaria De Sanctis e Martina Maranella e al Presidente della Commissione pari opportunità Graziella Cordone, ha incontrato a Carapollo, nella sede della TeAm, le donne dell’azienda. Nel corso del saluto, il primo cittadino ha sottolineato l’importanza del loro lavoro, letto anche in rappresentanza di tutte le categorie di lavoratrici che quotidianamente e durante tutte le emergenza garantiscono la continuità dei servizi essenziali. “Lavoratrici – ha sottolineato – che anche senza l’attenzione mediatica, svolgono il proprio compito con estrema dedizione, amore e cura”.
Alle 10:30 D’Alberto, accompagnato dalla consigliera comunale Graziella Cordone, si è recato nel Giardino Florence Nightingale nel parco fluviale, dove la sezione provinciale dell’OPI (Ordini Professioni Infermieristiche) ha celebrato la Giornata pitturando in rosso una panchina già esistente, quale simbolo contro la violenza sulle donne. Sottolineato il ruolo prezioso e esemplare delle donne infermiere, chiamate in prima linea, anche esponendo a rischio, come nella pandemia, la propria salute e quella dei familiari.
Alle 11.00 ulteriore appuntamento, questa volta al monumento ai Caduti di tutte le guerre, ai Tigli, dove alla presenza di dirigenti scolastiche e di alcune scolaresche, il Sindaco ha presenziato ad un momento di solidarietà con le donne ucraine, promosso dall’Associazione Hannah Arendt. Nel suo intervento Gianguido D’Alberto ha affermato, tra l’altro: “Più dei saluti, vale la presenza qui dei ragazzi, soprattutto oggi che il futuro dell’umanità viene messo a rischio. Si alza anche dalla comunità teramana, il si alla pace. Il ruolo della donna in tutte le guerre è stato fondamentale e la storia di ha insegnato che esse indicano sempre la strada giusta. I popoli e le donne non vogliono la guerra e non la vogliono i giovani, vittime tra le vittime di questa assurda barbarie”. Quindi un richiamo all’art. 11 della nostra Costituzione e la sottolineatura del verbo ‘ripudia’. “Che oggi gridiamo con forza – ha aggiunto-. L’Europa si è costruita grazie ad un accordo di pace, dobbiamo riprendere il processo di integrazione, ripartendo dai diritti e dai principi che fanno della nostra una comunità unica, che trova nella pace la sua radice”.
Alle 11:30, in Piazza Martiri, è stata l’assessore Ilaria De Santis a rappresentare l’amministrazione comunale alla cerimonia di installazione di una panchina rossa da parte della CISL. “Oggi siamo qui a inaugurare questa panchina – ha affermato l’assessore – che non deve rappresentare solo un simbolo ma deve spingerci a interrogarci ogni giorno, su cosa possiamo fare nel nostro piccolo per combattere ogni forma di violenza, da quella fisica a quella psicologica e culturale, che si traduce spesso nella totale negazione dell’identità delle donne. In questi giorni il nostro pensiero non può non andare alle donne ucraine, che combattono per salvare i propri figli, i propri cari, alle donne russe incarcerate per aver osato protestare contro la guerra, alle donne afghane che dopo aver conquistato importanti spazi di libertà, oggi lottano per non veder totalmente cancellata la propria identità, per sopravvivere. Perché le donne, nei conflitti, sono doppiamente vittime, costrette a subire violenze, a veder morire i propri figli, i propri mariti. Eppure, nonostante tutto, sono ovunque simbolo di resistenza e resilienza, facendosi messaggio di pace. Questa panchina, oggi, ci ricorda i sacrifici delle donne e la loro forza impegniamoci perché non resti solo un simbolo”.