sabato , 23 Novembre 2024

Spopolamento aree interne: parte il progetto “La montagna che (r)esiste”

L’AQUILA – Formare giovani e attivare e implementare una rete delle aree interne abruzzesi coinvolgendo decine di comuni montani, aziende agricole, produttori locali, presidi culturali, cooperative di comunità e associazioni. È l’obiettivo del progetto “La montagna che (r)esiste”, una serie di azioni finanziate dalla Regione Abruzzo e proposte dall’Associazione Spazio Pieno, di cui è presidente Erminia Scioli, in collaborazione con il gruppo di ricerca in scienze sociali applicate Montagne in Movimento, di cui fanno parte, tra gli altri, Raffaele Spadano, Roberta Latini e Giulia Ferrante, che prende il via giovedì prossimo, 3 marzo alle ore 16,00, a Gagliano Aterno (L’Aquila).

Il progetto si inserisce in un format nazionale il cui filo conduttore è, appunto, mettere in rete le montagne d’Italia, attraverso meccanismi di ricerca e azioni nelle comunità locali: la metodologia applicata guarda costantemente alla specificità dei territori, con l’obiettivo di attivare in questi ultimi un cambiamento duraturo e di disegnare scenari futuri.

Le azioni messe in campo hanno come primo obiettivo quello di promuovere processi partecipativi che mettano in dialogo esperienze, formazioni e abilità diverse, e sono uno strumento per studiare, coinvolgere e accompagnare amministrazioni e comunità locali in processi di cambiamento, ma anche di valorizzazione, dei numerosi processi avviati dal basso che rendono i territori montani modelli di sviluppo alternativi, sostenibili e di cittadinanza attiva. Centrali e degni di nota saranno anche indagini e azioni riguardanti la relazione tra pandemia, crisi ecologiche e aree interne. 

Le fasi del progetto sono quattro e saranno documentate da professionisti della comunicazione che realizzeranno un docufilm/reportage. Tre le associazioni partner che contribuiranno allo svolgimento delle attività ci sono il Centro documentazione conflitti ambientali (Cdca), l’associazione Amici di Palmoli e l’Archeo club di Guardiagrele.

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