Montesilvano – “Un’idea progettuale nata male sin dall’inizio”. Così i consiglieri del PD, Enzo Fidanza, Romina Di Costanzo e Antonio Saccone, insieme ai consiglieri del M5S, Gabriele Straccini e Giovanni Bucci, definiscono la scuola di legno di Via Migliorino Di Pietro, sulla quale – ricordano – pende un contenzioso con la società che avrebbe dovuto occuparsi della sua realizzazione, approdato in tribunale e non ancora risolto.
“Il progetto –ricordano le opposizioni– fu pensato frettolosamente dalla giunta Cordoma come sede di scuola elementare, interna al plesso dell’Istituto omnicomprensivo Silone, che in verità non necessitava affatto di aule per le elementari, bensì per le medie, tanto che l’Amministrazione Di Mattia presentò alla ditta una variante progettuale per adeguare l’edificio alle esigenze della comunità scolastica. Nel frattempo sono passati decenni e la struttura, di cui è stato realizzato solo lo scheletro in legno versa in uno stato di totale fatiscenza e abbandono. Va ricordato che per la sua scellerata realizzazione fu ostacolato un progetto dell’Anas di diverse decine di milioni di euro, che prevedeva su quel sito il passaggio del prolungamento dell’Asse attrezzato verso nord, liberando la città dal traffico in transito che ancora oggi fa sentire i suoi effetti negativi.»
Ora secondo le opposizioni, nell’attesa che il tribunale si esprima sul diritto di superficie per riacquisire il possesso dell’area, considerando che il valore attuale di ciò che è stato realizzato è davvero esiguo e riconducibile principalmente alla struttura di base delle fondamenta, sarebbe il caso ripensare la reale destinazione del sito, trattandosi di un’area strategica per la viabilità della città, i cui flussi di traffico non sono ormai più confinati all’interno ma permeano in attraversamento Montesilvano da Nord a Sud anche in virtù dell’area metropolitana in continua espansione verso nord e in vista della futura Nuova Pescara.
Pertanto la realizzazione della circonvallazione di raccordo tra la galleria dei Pianacci e la strada lungofiume fluidificherebbe il traffico veicolare interno, attenuandone i disagi e soprattutto i tassi di inquinamento atmosferico.
«Già sulla direttrice adriatica di Corso Umberto, –ricordano i consiglieri del M5S e del PD– nei mesi scorsi, l’Arta ha rilevato, nell’unica centralina di monitoraggio fissa presente in città, preoccupanti superamenti dei livelli delle polveri ultrasottili, PM 2,5. Alla luce di questo è facile immaginare che le concentrazioni degli inquinanti da traffico veicolare sulla Via Vestina all’altezza di Via Togliatti, anche se non monitorati, non siano da meno. Piuttosto che perseverare con progetti senza senso e non rispondenti alle concrete esigenze della città, sarebbe il caso riaprire un dialogo proficuo con l’Anas, oltre a istituire un tavolo permanente con i principali portatori di interesse, associazioni, comitati e Comuni limitrofi per portare avanti il proseguimento della circonvallazione. Il Piano Nazionale di Resilienza e Ricostruzione offre una grande opportunità a livello di infrastrutture viarie: la missione 3, prevede tra gli obiettivi anche la connettività territoriale e coesione, riducendo i tempi di percorrenza. Sono previsti oltre 62 miliardi di euro per investimenti strutturali sulla mobilità, e di questi 21 provenienti da risorse nazionali che finanziano progetti relativi ad un orizzonte temporale più lungo rispetto al 2026, imposto dal PNRR. Tra l’altro, l’ipotizzata apertura di un futuro casello autostradale al confine della città non può prescindere dal prolungamento della strada lungofiume e da una sua riconnessione alla circonvallazione, diversamente il traffico interno sulla via Vestina diventerebbe insostenibile. Pertanto ci si attivi quanto prima: errare è umano, perseverare è diabolico!» Concludono i consiglieri del PD, Enzo Fidanza, Romina Di Costanzo e Antonio Saccone insieme ai colleghi M5S, Gabriele Straccini e Giovanni Bucci.