IL CENTROSINISTRA: “Il sindaco spieghi. Sarebbe grave se fosse la scusa per non ammettere l’errore della maggioranza di aver spalancato le porte del Palazzo di Città ad una associazione di nostalgici del fascismo”
Pescara, 15 ottobre – “Mentre le aziende grandi e piccole e gli altri enti locali hanno organizzato l’entrata in vigore del green pass obbligatorio, l’organizzazione del Comune di Pescara è franata: il personale e gli utenti che questa mattina sono entrati nel Palazzo di città non sono stati sottoposti ad un controllo informatizzato del green pass per un cortocircuito di comunicazioni fra il Comune e la società municipalizzata incaricata di effettuare il servizio. Un caos vero e proprio che ha costretto la direzione generale a limitare, a giornata avviata, l’uso degli spazi comunali ai soli servizi essenziali, contingentando gli ingressi dall’esterno”.
Lo denunciano i consiglieri comunali Piero Giampietro, Stefania Catalano, Francesco Pagnanelli, Marco Presutti, Giovanni Di Iacovo (Pd), Marinella Sclocco e Mirko Frattarelli (lista civica Sclocco sindaco). “
Il direttore generale è stato infatti costretto a scrivere una nota a tutti gli uffici in cui dispone che ‘fino alla compiuta implementazione del sistema, l’utilizzo delle strutture comunali sarà limitato alle sole attività essenziali in modo da ridurre e contenere gli accessi’.
«Il Comune insomma non è riuscito a rispettare l’avvio di una procedura il cui inizio era noto a tutti da tempo.» Commentano le forze di Centrosinistra.
«Una brutta figura che dimostra una inefficienza che Pescara non merita. Il primo risvolto pratico di questo disservizio – sottolinea il capogruppo del Pd – è l’annullamento di fatto della manifestazione convocata da nostalgici mussoliniani per domani nella sala consiliare del Comune, che abbiamo denunciato assieme alle associazioni antifasciste, a meno che la maggioranza non la reputi un ‘servizio essenziale’. E sarebbe molto grave se il disservizio al quale migliaia di lavoratori e utenti del Comune sono stati sottoposti oggi fosse una via di fuga trovata dal centrodestra per non ammettere il proprio clamoroso errore, quello cioè di aver concesso la sala istituzionale del Comune ad una manifestazione promossa da un’associazione presieduta da nostalgici del fascismo. Sarebbe stato più coraggioso, come chiesto da più parti in una città di tradizioni moderate come Pescara, ammettere l’errore anziché rinviare la discussione in Consiglio Comunale e ricorrere a questi stratagemmi. Chiederemo a tutti gli organi competenti, a partire dal sindaco Masci, per quale motivo il Comune di Pescara non sia stato pronto a una scadenza che tutti conoscevano”.