In questi giorni sono sempre più frequenti i casi di persone che raccolgono piccoli uccelli che hanno appena lasciato il nido per consegnarli agli esperti della Stazione Ornitologica o, come previsto dalla Legge, ai Carabinieri Forestali.Salvo nel caso di evidenti rischi per la presenza di gatti, cani o altri pericoli nei paraggi i pulli di merli, rondini, ghiandaie, cardellini, civette e di tante altre specie sanno bene come difendersi e anche se apparentemente “caduti” dal nido sono semplicemente intenti ai primi voli e vengono costantemente sorvegliati ed alimentati dai genitori durante quei pochissimi giorni necessarie per imparare a volare bene e ad allontanarsi dai rischi.
L’Appello arriva dalla stazione ornitologica abruzzese che spiega come raccoglierli per alimentarli artificialmente allontanandoli dal nido non è il modo migliore per aiutarli “sono in tanti quelli che non sopravvivono nonostante le cure degli esperti, Il modo migliore per intervenire è quindi cercare semplicemente di riportarli su un ramo o un punto elevato dove potranno continuare ad essere alimentati dai genitori. Un esempio di come comportarsi è stato quello riguardante un pullo di gufo comune raccolto in questi giorni alla base di un albero nel centro del paese di Scanno che è stato portato per “salvarlo” al Centro Recupero Animali Selvatici dei Carabinieri Forestali di Pescara nonostante si trattasse di un “gufetto” ben cresciuto e già in grado di svolazzare.”
Grazie alla collaborazione dei volontari della SOA con il Centro Recupero è stato possibile intervenire subito per riportare l’ animale sul posto il gufo appena liberato si è subito riunito ai 4 fratelli salendo su un albero dove erano tutti al sicuro e pronti ad essere accuditi secondo le regole della Natura.