Pescara – Il “Decreto Sostegni 2021” ha previsto la conferma del “Reddito di Emergenza”: un’indennità, erogata per tre mesi e che varia da 400 a 840 € in base alle condizioni familiari, destinata a chi ha avuto un reddito particolarmente basso nel mese di febbraio 2021. Il Reddito di Emergenza, poi, è stato esteso a coloro che hanno terminato di percepire la NASPI o la DISS-COLL (l’indennità di disoccupazione) tra luglio 2020 e febbraio 2021 e, oltre ad avere un reddito ISEE inferiore a 30.000 €, non erano occupati al 23 marzo. Questa seconda misura, che prevede il pagamento di 3 mensilità da 400 €, è andata a sostituire la proroga di due mesi della NASPI prevista nel 2020 dai “Decreti Ristori”.
In entrambi i casi, quindi, si tratta di strumenti volti a sostenere persone in difficoltà anche a causa della pandemia, che non percepiscono altri emolumenti, ed alle quali si è giustamente ritenuto di dare un sostegno che consenta, seppure solo per tre mesi e comunque con importi non elevati, di avere un reddito che permetta di sopravvivere.
La scadenza delle domande, fissata al prossimo 30 aprile (l’invio è possibile solo dallo scorso 7 aprile), rischia però di lasciar fuori una parte considerevole degli aventi diritto.
«Sono infatti migliaia le persone (la solo CGIL Abruzzo-Molise, nel 2020 ha elaborato 5.102 domande) che potenzialmente hanno diritto al REM avendo visto peggiorare la propria condizione economica durante l’emergenza COVID 19. Diritto che però rischia di rimanere solo sulla carta.» Spiegano Carmine Ranieri, segretario generale CGIL e Mirco D’Ignazio, coordinatore INCA CGIL di Abruzzo Molise.
I passaggi burocratici da un lato (prima recarsi al Patronato per l’invio della domanda va fatto calcolare dal CAF il reddito ISEE inserendo, oltre ai redditi da lavoro, anche gli eventuali depositi bancari del 2019), ed i tempi stretti dall’altro (i giorni lavorativi rimasti da qui a fine mese sono soltanto 13 e l’INPS non ha ancora emanato tutte le circolari applicative della prestazione), rischiano di vanificare gli effetti di una misura, di per sé, condivisibile e condivisa.
«Tempi brevi che devono far i conti anche con le pesanti restrizioni agli spostamenti in due regioni (l’Abruzzo ed il Molise) che si dividono tra zone “arancioni” e “rosse”, –commentano Ranieri e D’Ignazio– dove è ovunque complicato muoversi e con l’alto rischio di assembramenti negli uffici preposti all’assistenza. È quindi necessario che venga prorogata la scadenza della domanda del Reddito Di Emergenza affinché tutte e tutti gli aventi diritto possano accedervi: come ha ricordato Amnesty International, è necessario che, in particolare in questa fase, affinché nessuno rimanga indietro, vanno previste non solo misure di contrasto alla povertà ma si consenta a tutte e tutti l’accesso alle misure stesse.»