venerdì , 22 Novembre 2024

Strada Parco, lettera aperta dei Greenway a Masci “nessuna occupazione abusiva”

LETTERA APERTA AL SINDACO DI PESCARA


Caro Sindaco,

Le immagini allegate dimostrano, inequivocabilmente, come non ci sia stato alcun abuso da parte dei concittadini le cui abitazioni affacciano sulla Via Castellammare Adriatico. Ingiustamente accusati di aver occupato – con l’avanzamento abusivo delle recinzioni condominiali – porzioni di marciapiede oggetto di condono edilizio.

Un’onta gratuita, tanto più grave perché riportata nella Relazione ufficiale sottoposta all’esame del “Comitato Tecnico permanente per i Sistemi di trasporto a impianti fissi” che ha espresso parere favorevole al rilascio del “Nulla Osta tecnico ai fini della sicurezza”, sia pure con l’indicazione di numerose prescrizioni che la stazione appaltante non potrà superare. 

La vecchia recinzione originale in travetti di cemento, tipica di tutte le ferrovie, compresa quella Adriatica, è perfettamente allineata ai manufatti di costruzione più recente realizzati nel corso degli anni: sul fronte Mare contestato, come pure sul lato Monte.
Una prova certa, che la dice lunga sul grado di approssimazione che ha riguardato l’operato di progettisti improvvisati, capaci di immaginare spazi inesistenti di “pura fantasia” pur di accedere ai finanziamenti CIPE.
Come ha potuto la Commissione esperta sottostimare tali leggerezze, ben espressive del peggior investimento pubblico d’Italia? 

Nessun cancello pedonale legittimo potrà essere inibito alla libera circolazione delle persone.
Del pari, nessuna barriera fisica di protezione – da applicare sul lato Monte per impedire i pericolosi attraversamenti pedonali – potrà stravolgere le consolidate abitudini di vita della gente conseguite nell’arco di un trentennio. Gli animi sono un bel po’ agitati, Sindaco, e a me compete il dovere di segnalarlo in tempo utile per rimediare.
Nel pomeriggio di ieri ho avuto un lungo incontro con un legale convenuto sul posto, incaricato da alcune famiglie, che ha eseguito un’attenta ricognizione dello stato dei luoghi.
I residenti della Strada Parco non sono cittadini di serie inferiore. 

Tanto fracasso per nulla!
A vantaggio teorico di un filobus “pionieristico” che, con la marcia autonoma ordinaria disponibile di soli 4Km, non potrà rendere alcun servizio utile al trasporto rapido collettivo di area vasta interprovinciale.
Lo stesso direttore generale del TPL presso il MIMS, dottor Angelo Mautone, ammette candidamente nel frontespizio del rocambolesco provvedimento assunto il 30 novembre scorso anno, l’esigenza surreale di prevedere una stazione di ricarica al capolinea di Montesilvano se si vorrà coprire in sicurezza l’anello di 4.1km ai limiti delle prestazioni in marcia autonoma dichiarate come ottimali dal produttore del veicolo futuristico.
Un paradosso, che vale 31 milioni di Euro buttati alle ortiche. 

Quel vettore, che funziona bene come filobus convenzionale, avrà ben poco di innovativo: il logo IMC non vorrei che subisse la stessa sorte funesta dei ridicoli “magnetini“ in dotazione al cessato Phileas olandese.
Avanti di questo passo, Pescara potrà vantare la ribalta nazionale quanto a specialisti negli acquisti sbagliati. 

Né varrà il confronto improponibile col MetroMare di Rimini: dove il percorso riservato e protetto è interamente elettrificato, i marciapiedi sono percorribili e accessibili, il vettore accosta a raso alle banchine di fermata, alte 34cm corrispondenti al pianale del rotabile, la velocità commerciale è molto elevata e le batterie di bordo servono solo per coprire il tratto di collegamento tra l’infrastruttura e il deposito notturno.
Quale strano sistema TRM (trasporto rapido di massa) si pretenderà di realizzare viceversa a Pescara, posto che non sia rimasto più nulla del progetto originario?

Le banchine sono diventate addirittura 25, rispetto alle 15 di Rimini, dove il percorso è più lungo di due Km.
È svanita nel nulla la “via guidata”, insieme all’accostamento a raso alle banchine di fermata, tutte da smantellare e ricostruire all’altezza standard di 15 cm, cosicché il dislivello di 19cm sarà coperto da una pedana ribaltabile da azionare manualmente dal conducente (!).
Un mastodontico tram su gomma, goffo e lento, impiegato a incastro su un’infrastruttura inaccessibile ai portatori di disabilità, che non potrà mai superare indenne la lunga fase dei collaudi USTIF.
Senza considerare la sostenibilità economica dell’impianto, fortemente passiva in assenza dell’indispensabile parcheggio scambiatore Nord, mai progettato e realizzato. 

Ciò premesso, per la serenità generale, i comitati sollecitano accoratamente tutte le Istituzioni coinvolte a sospendere il procedimento pescarese, nelle more di individuare con l’appaltatore soluzioni alternative – di percorso e di vettore – davvero innovative, meglio sostenibili sotto il profilo economico e ambientale, gradite ai cittadini che sono poi i fruitori finali del servizio. Un’opera pubblica a loro indigesta nascerebbe sotto i peggiori auspici. 
E se capita a Verona, dove sono stati acquistati 37 filobus IMC, di cui i primi 6 in consegna, sarà tanto più agevole per il MIMS affrontare e risolvere finalmente – con la soddisfazione generale di tutte le parti coinvolte – il tormentato caso trentennale pescarese.

Con i migliori Auguri per le imminenti Festività di Pasqua, resto in attesa di un cortese cenno di riscontro rassicurante e, intanto, porgo i saluti più cordiali e deferenti.

Ivano Angiolelli – portavoce comitati 



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