venerdì , 22 Novembre 2024

Filovia, i comitati greenway “ il Ministero voglia finalmente interrompere il pessimo impiego del denaro pubblico”

di Ivano Angiolelli*

Pescara – Col doveroso aggiornamento del PUMS, già approvato dal Consiglio comunale di Pescara nel 2019 su iniziativa dell’ex Assessore Stefano Civitarese, la Giunta Masci ha confermato la vigenza della delibera concepita il 12 corrente mese dall’Assessore Luigi Albore Mascia, volta a estendere la Filovia di Pescara al secondo e terzo lotto ipotizzati dall’Ingegner Riccardo Genova, legale rappresentante della “Columbia Group Srl” con sede a Genova: rispettivamente fino a Chieti Scalo a Ovest e a San Silvestro Spiaggia a Sud. Posto che un impianto BRT in partenza improbabile dal Palacongressi di Montesilvano, che limitasse il suo percorso alla vecchia Stazione centrale di Pescara, non avrebbe alcun senso logico compiuto.

Occorrerebbe infatti potenziare il trasporto pubblico sull’asse Nord-Ovest, che insieme raccoglie ben l’89 per cento dei flussi di traffico (33 da Nord, 56 da Ovest, e solo l’11 per cento da Sud). Giova nel merito rammentare che i costi di gestione rilevanti delle metropolitane di superficie (all’incirca di 7 Euro per chilometro), devono necessariamente essere compensati da un numero elevato di titoli di viaggio venduti annualmente all’utenza. Che, nel caso di Pescara, l’ex Presidente TUA – dottor Tullio Tonelli – ha stimato con “Cerved Italia SpA” in 30 mila passeggeri al giorno, corrispondenti a 11,5 milioni in ragione d’anno. Un dato che ai comitati appare un vero e proprio sproposito!

La legittima decisione conseguente di partecipare al bando del Ministero sul “trasporto rapido di massa” onde conseguire un finanziamento aggiuntivo di circa 62 milioni di Euro, trova la sua ragion d’essere nella sussistenza di due requisiti essenziali:
il Comune di Pescara vanta più di 100mila abitanti e si è dotato nel frattempo di un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile che consente l’ammissibilità alla graduatoria di merito dei benefici finanziari via via disponibili. 

La previsione concomitante di accompagnare il piano prefigurato con lo sviluppo condivisibile della mobilità dolce ciclo pedonale, completa il buon proposito utile a contrastare l’inquinamento atmosferico eccessivo e, con esso, favorire una migliore qualità dell’aria e della vita della popolazione residente. 

Perché, allora, i comitati manifestano da lunghi anni la loro netta contrarietà a un disegno programmatico così ben concepito? Per le ragioni che seguono:

1) Il primo lotto della Filovia non è stato ancora completato a regola d’arte a distanza di 12 anni esatti dall’inizio dei lavori irregolari, fermi al palo bianco dal marzo 2015. A causa delle enormi criticità irrisolte che inficiano la regolare entrata in esercizio dell’impianto in condizioni di sicurezza, a rischio tangibile di bocciatura nel corso della lunga fase dei collaudi USTIF prescritti;

2) Prova ne è che, tra qualche tempo, sarà passato un anno (!) dal sopralluogo condotto il 13 febbraio 2020 sul malmesso cantiere della Strada Parco dalla Commissione ministeriale. A oggi, nulla è stato deciso sulla terza variante progettuale presentata da TUA SpA per il primo lotto, all’esame degli uffici tecnici romani dal 17 dicembre 2019.
Nel frattempo, con incredibile leggerezza, la Giunta comunale – anziché attendere l’esito del procedimento in corso – ha deciso di affidare al citato consulente esterno la richiesta di fondi statali per gli ulteriori due lotti previsti. Dando per certo il rilascio da parte del MIT del “Nullaosta definitivo per la Sicurezza”, di cui all’Art. 3 del DPR 753/80, propedeutico allo sblocco del residuo finanziamento CIPE di 16 milioni di Euro, che risale al lontano 1995.
Una procedura a dir poco avventata, estranea al principio della “sana e prudente gestione delle risorse pubbliche” che dovrebbe sempre ispirare il corretto agire della Pubblica Amministrazione;

3) Mancano gli indispensabili parcheggi scambiatori. In particolare, quello a Nord, mai progettato a distanza di ventisei anni dal finanziamento originario CIPE di 31 milioni, viene dato come “già acquisito nella disponibilità TUA” dal PUMS appena emendato. Quando mai? Con i tempi impiegati per il primo lotto, fra quanti anni vedremo ragionevolmente circolare il BRT sulle strade di Pescara? Mistero della Fede;

4) L’Impianto ipotizzato, a giudizio subordinato dei comitati, non sarà in grado di garantire la velocità commerciale attesa, stimata dalla legge finanziatrice in non meno di 21 km, a causa del numero limitato di Km previsti in corsia riservata e protetta (circa 9 km su 17). Con ciò vanificando i benefici attesi dall’utenza e lo stesso spirito della legge finanziatrice.
A titolo di esempio, per il Metromare Rimini – Riccione, scelto a Pescara come modello di riferimento, l’infrastruttura del primo lotto di 9,8 km si svolge su un percorso realizzato a regola d’arte interamente elettrificato, riservato e protetto. All’esito favorevole del collaudo USTIF per il primo lotto, la Provincia di Rimini ha richiesto i benefici finanziari per il secondo lotto fino alla Fiera. A Pescara si prefigura viceversa un vero e proprio salto nel buio!;

5) Sulla Strada Parco è previsto che il vettore viaggi ad alta velocità (fino a 70 km l’ora) per garantire la velocità commerciale di 25 km necessaria a compensare i ritardi che si sconteranno nei tratti a circolazione promiscua.
A fini di sicurezza, dovranno essere pertanto applicate su ambo i lati della carreggiata le prescritte barriere metalliche di protezione, alte cm130, necessarie a impedire i pericolosi attraversamenti pedonali che saranno consentiti solo agli incroci principali dotati di semafori dedicati. Con grave pregiudizio per le consolidate abitudini di vita della gente, costretta di nuovo agli antichi disagi procurati per lunghi decenni dalla vecchia Ferrovia Adriatica dismessa trentatré anni fa. Pura follia amministrativa!

6) Una filovia di 17 km, di cui 13 elettrificati e 4 in marcia autonoma, al costo presunto di 93 milioni di Euro, appare ai comitati un’enormità, se si considera il costo di 1 milione di Euro/Km per gli impianti filoviari convenzionali in Italia (5,5 volte in più del costo standard!).

Tutto ciò premesso, i comitati confidano che il Ministero voglia finalmente interrompere il pessimo impiego del denaro pubblico fin qui consentito, al fine di evitare che il danno erariale già procurato alla fiscalità generale per 15 milioni di Euro, debba lievitare fino a concorrenza dell’intero finanziamento CIPE disponibile per il primo lotto, impossibile da realizzare allo stato misero dell’arte. C’è a due passi il Minuetto sulla Ferrovia per risolvere al meglio i problemi di mobilità di area vasta metro.

*Portavoce dei Comitati Greenway Strada Parco

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