Con il centrale/laterale brasiliano, classe 1980, la società punta a fare un deciso passo avanti dal punto di vista tecnico e tattico, oltre che della personalità e dell’esperienza. «So cosa posso ancora dare. Voglio la serie A».
Ortona. La Tombesi aggiunge un tassello di prestigio al proprio roster, in vista dell’inizio del campionato, ormai sempre più vicino. Fabiano Assad è un nome che è nella storia del futsal italiano, in cui vanta già una lunga esperienza, oltre a varie presenze in squadre brasiliane e spagnole. Giunto in Italia per la prima volta nel 2003, a Montesilvano, Fabiano ha poi vestito le maglie di Lottomatica Roma, Marca, Luparense, Pescara, Latina e, lo scorso anno, Sandro Abate, in serie A. Brasiliano di nascita ma con la cittadinanza italiana, vanta anche 53 presenze e 31 reti con la maglia della Nazionale azzurra, oltre a due Scudetti e una Supercoppa italiana con le squadre di club. Trasferitosi con la famiglia a Montesilvano, Assad ha accettato la proposta della Tombesi, garantendo ancora sulle motivazioni e la voglia che lo spingono a continuare la sua grande carriera:
«Sì, le ambizioni ci sono sempre state e continuano ad esserci. Innanzitutto, vorrei ringraziare la società, la cui serietà e organizzazione costituiscono il primo motivo che mi hanno spinto a venire a Ortona. Poi, c’era il desiderio di rimanere in Abruzzo con la mia famiglia. E, per ultimo ma non meno importante, è ancora forte in me la voglia di giocare e di aiutare i compagni e so cosa posso ancora dare».
Quali sono gli obiettivi che ti poni e come giudichi la squadra alla quale ti unisci?
«I miei obiettivi sono semplici e chiari: voglio salire in serie A e dimostrare quanto posso ancora fare. In merito alla Tombesi, una società seria e organizzata è alla base di una squadra forte, quindi partiamo da un’ottima base. Ci sono compagni che già conosco, come Silveira e Bordignon, anche se non ci ho mai giocato insieme, altri non li conosco, ma a brevissimo cominceremo a lavorare insieme e sono sicuro che potremo fare grandi cose».