«Essendomi occupato di politica negli ultimi anni, in veste di cittadino e di amministratore pubblico,
ricoprendo il ruolo di consigliere, di presidente di commissione, di assessore e segretario di partito, -scrive Orsini-vorrei
rispolverare la memoria di taluni ricordando che gli amministratori dell’area di centrosinistra di una dozzina
d’anni fa, dopo che il Comune ottenne la concessione della licenza per farmacia e varie, decisero d’istituire
l’azienda per i servizi sociali che sarebbe stata finanziata prevalentemente con gli utili della Farmacia
Comunale. Nel corso degli anni i risultati sono stati fallimentari ed è stato mancato l’obbiettivo inizialmente
prefissato. Infatti dalla farmacia si sono registrate perdite pluriennali tranne per il periodo 2009/2010, in cui
amministrava il sottoscritto con il centrodestra, pur ammettendo che il terremoto dell’Aquila
sfortunatamente ci consentì di vendere un numero elevato di prodotti sanitari che ci consentirono di
contenere il deficit di bilancio. Appare del tutto evidente che rispetto all’idea originaria, la farmacia non è
stata un sostegno economico-finanziario all’Azienda Speciale, ma una zavorra, risultato di una gestione
irrazionale e di una commistione di ruoli e affari che si sono confusi tra i due enti pubblici. Alla luce di ciò,
sarebbe opportuno tenere distinti e distanti la farmacia dall’Azienda Speciale, ciascuna delle quali dovrebbe
occuparsi di quanto di sua competenza come stabilito dallo statuto di entrambe. Se poi a gestirlo sarà un
privato -conclude Orsini-sarà un tentativo che ritengo porterà i suoi frutti, poiché, almeno per i primi anni, il Comune avrà
sicuramente delle entrate derivanti dai canoni di gestione, per poi magari vendere dopo avere ottenuto un
avviamento economico-patrimoniale».