Pescara – «Mirella (nome di fantasia) ci ha raccontato che ieri sera si trovava con la sua ragazza all’interno di un Parco pubblico della città di Pescara. Nelle immediate vicinanze, oltre a loro, presenti solo una coppia etero ed un uomo, da lei identificato come il Guardiano del Parco» Così i rappresentanti Arcigay Chieti e Mazì – Pescara riferiscono in una nota quanto avvenuto e proponendo il racconto fatto da “Mirella”.
“Io e la mia ragazza ci siamo sedute ad un tavolino per mangiare una pizza. Ad un tratto mi è sembrata molto stanca, così l’ho abbracciata. E’ stato un gesto spontaneo, premuroso. Ad un certo punto un uomo si è avvicinato e ha iniziato a urlare in nostra direzione”, ci racconta Mirella.
“Voi due dovete andare via! Un uomo ed una donna insieme vanno bene. Una donna con un’altra donna no”.
Così Mirella, incredula, gli ha chiesto: “Non ci possiamo abbracciare?” e questa persona ha risposto: “No, questo è un Parco pubblico! Ci sono anche bambini! Fate schifo!”
Dopodiché il Guardiano si è allontanato, ma ha continuato a controllarle rimanendo seduto su una panchina poco distante.
Così lei, prima di andarsene, gli è andata incontro chiedendo spiegazioni: “Si stanno abbracciando altre persone, perché a loro non è stato detto niente?”
L’uomo alzando la voce le ha risposto: “Perché ciò che fanno loro è normale, quello che fate voi no. E tu l’hai già fatto altre volte”
“L’ho invitato a stare calmo perché stava urlando. Non è la prima volta in cui accade. L’anno scorso, sempre in quel parco, la mia ex mi diede un bacio e lui ci invitò ad andar via. Poi però ci sono ragazzini sui 15-16 anni, uno sopra all’altro, e a loro non ha mai detto nulla.
È proprio un’ingiustizia. Non ho voluto stare in silenzio. Non lo accetto. Ho avuto paura. Non voglio vivere ancora una cosa del genere”.
«Anche nella settimana della Pride Week registriamo nostro malgrado un nuovo caso di omofobia, per giunta in un Parco pubblico della città. A Mirella e alla sua ragazza vanno tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà e qualora dovessero sentirne la necessità, anche un supporto dalle nostre professioniste e dai nostri professionisti anche in campo legale.» lamentano i portavoce delle associazioni e aggiungono «Ogni nuovo colpo di omo-lesbo-bi-transfobia ferisce tutta la comunità LGBTI+. Siamo libere e liberi di essere, libere e liberi di amare anche nei Parchi pubblici delle nostre città. Continueremo a combattere la piaga dell’omo-lesbo-bi-transfobia con tutte le nostre forze, perché nessuna persona può toglierci il diritto alla felicità, alle nostre relazioni e all’autodeterminazione».