venerdì , 22 Novembre 2024

Masterplan Porta Nord, Prc-Se “si vuole riportare il cemento sulle aree verdi” – DOCUMENTO

Pescara – «Ancora una volta si prova a reintrodurre il cemento su aree vincolate a verde pubblico. Il Masterplan stravolge il Piano Regolatore per favorire privati. Si inventano “diritti edificatori” inesistenti e un ridicolo “atterraggio” di volumi edificatori in area verde». Rifondazione Comunista per voce di Maurizio Acerbo, segretario nazionale Prc-Se e Corrado Di Sante, segretario provinciale Prc-Se Pescara, attraverso una nota stampa invita cittadini e associazioni a mobilitarsi contro quello che definisce un imbroglio e sollecita il sindaco Masci “a verificare cosa combinano i suoi. Abbiamo presentato le nostre osservazioni al Masterplan, –spiegano i due dirigenti di PRC– un’operazione inventata per coprire il tentativo di riproporre il solito accordo di programma già bocciato altre volte».

 

 

IL DOCUMENTO > PROPOSTE E CONTRIBUTI DA PRC_SE PER IL MASTERPLAN “PORTA NORD”

 

Il Partito della Rifondazione Comunista con il presente documento interviene nel processo partecipativo sulla proposta denominata masterplan Porta Nord

http://urbanistica.comune.pescara.it/masterplan/.

 

1)     Innanzitutto esprimiamo sconcerto perché l’amministrazione comunale invece di dare attuazione al Piano Regolatore Generale consulta la cittadinanza sul suo palese stravolgimento.

Si cerca di legittimare con un’operazione partecipativa la scelta di riaprire le porte al cemento in un’area che da anni è stata destinata a parco pubblico.

Non riteniamo dunque che si tratti un programma di riqualificazione urbanistica ma di una maniera per favorire gli interessi dei proprietari delle aree.

Appare un’autentica presa in giro e un’offesa all’intelligenza della cittadinanza presentare questa operazione come un piano per realizzare reti ecologiche quando in realtà il tentativo è quello di aggirare le previsioni del Piano delle Invarianti, che fu definito così perché prevede che le aree destinate a verde pubblico siano sottratte alla cementificazione in via definitiva.

La stessa idea di una “porta nord” serve solo a distorcere la destinazione del Parco Nord trattandosi di un riferimento fuori contesto perché attraverso un referendum la cittadinanza si è già espressa per l’unificazione dei comuni di Pescara e Montesilvano e quindi la “porta” dovrebbe essere collocata altrove.

 

Insomma si usano le “reti ecologiche” per rendere edificabili aree ad alto pregio ambientale e per ragioni comprensibili assai appetibili per un mercato dell’edilizia privata altrimenti in questo momento storico assai ristretto.

 

Non vediamo quindi obiettivi di interesse pubblico nè una strategia di ecologia urbana ma semplicemente una operazione che, in definitiva, ha un’unica finalità, quella di consentire ad alcuni privati di poter edificare su un’area, all’interno della Pineta Nord, adiacente alla sede del Comando Forestale, attualmente inedificabile, in quanto destinata dal vigente PRG a Verde Pubblico Attrezzato.

 

Del resto non si spiega altrimenti come nella proposta di Masterplan manca qualsiasi indicazione circa le modalità attuative del piano, le risorse finanziarie per attuarle, nonché i parametri urbanistici ed edilizi delle aree private destinate alla edificazione. Nè si possono ipotizzare altre soluzioni, come quella di spostare in altre zone (ex Enaip) le predette volumetrie private che non si sa da dove si siano materializzate. Le aree private, destinate a verde pubblico, vanno espropriate, così come stabilito dal vigente PRG.

 

Dedichiamo un momento di ricordo riconoscente allo scomparso e compianto Guido Conti che insorgerebbe insieme a noi se apprendesse che in questo Masterplan viene individuata una zona di scambio di diritti edificatori all’interno della pineta, nell’area adiacente alla sede del Comando Forestale, destinata dal PRG “a verde pubblico naturale o attrezzato”, che pertanto viene detratta dal comparto verde oggi esistente, facendo nel complesso diminuire e non aumentare gli spazi verdi e quindi attivamente contribuendo al consumo di suolo in contrasto con quanto oggi prevede il PRG della Città. Lo ricordiamo fervido sostenitore della nostra battaglia per la destinazione a verde di quelle aree.

 

È vergognoso che il Comune, dopo aver sconfitto negli anni scorsi, in sede di giustizia amministrativa i proprietari privati ora – venendo meno all’interesse pubblico – restituisca loro la possibilità di costruire.

 

Il Consiglio di Stato ha ripetutamente affermato che il vincolo che fu legittimamente apposto dal Comune di Pescara su proposta di Rifondazione Comunista non è soggetto né a decadenza né a obbligo di indennizzo.

 

Non vi sono ‘diritti edificatori’ e indicare un’area destinata a verde pubblico come oggetto di “atterraggio della volumetria” non ha alcun fondamento se non quello di modificare surrettiziamente il PRG.   Le aree destinate a verde nel PRG non hanno alcuna potenzialità edificatoria e non si capisce perché l’amministrazione voglia regalarla a dei privati con un giovo di prestigio.

 

A nome del Partito del Rifondazione Comunista – Sinistra Europea invitiamo l’amministrazione a dare attuazione al PRG espropriando le aree o – in subordine – a mantenerle come spazio verde su cui segnaliamo i proprietari sono tenuti alle pulizie e alla cura.

2)     Un cambiamento radicale nella mobilità della zona ed in generale dell’intera città si attua attraverso un potenziamento del trasporto pubblico e delle piste ciclabili, nel quale un ruolo cruciale assumono da un lato le biciclette elettriche, dall’altro una riduzione sempre crescente di parcheggi, così da scoraggiare l’uso delle auto private.

Pertanto, la previsione di un parcheggio nelle aree ex Enaip (circa 700 stalli) si pone drasticamente in contrasto con quanto promosso dallo stesso Comune di Pescara con il progetto Pesos, finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, un progetto di mobilità sostenibile che proietta la città in un futuro in cui la mobilità “pesante”, fatta di automobili e veicoli inquinanti , cederà il passo ad una mobilità più “leggera”, fatta di bici , auto condivise e mezzi di trasporto collettivo, ecologici e all’avanguardia.

 

Molto meglio prevedere un parco attrezzato sulla riviera, in continuità con il Parco Nord, nel quale favorire il sorgere di attività legate allo sport (dallo skate ai giochi) e dedicate soprattutto al cicloturismo, anche in previsione del completamento della Via Verde della Costa dei Trabocchi, con un prolungamento lungo la dorsale adriatica.

 

In tale prospettiva, l’abbattimento delle uscite della circonvallazione sia al confine con Montesilvano che con Francavilla, da sostituire con semplici rotatorie, sembra perfettamente coerente con il ridotto traffico conseguente al prolungamento della circonvallazione verso nord e sud della Città.

 

3)     Giudichiamo positiva la proposta – da noi avanzata da molti anni – dello spostamento dell’attuale sedime stradale della riviera alle spalle della pineta che favorirebbe il collegamento naturale del parco con il mare. Va fatta di concerto col Comune di Montesilvano.

Ricordiamo che questa proposta fu fortemente sostenuta dallo scomparso assessore provinciale di Rifondazione Comunista Enrico Di Paolo.

L’amministrazione dovrebbe dare attuazione al vigente piano territoriale di coordinamento della Provincia di Pescara che fu redatto dal Prof. Bernardo Secchi, un gigante dell’urbanistica italiana. L’art. 78 delle NTA di questo piano, cui come noto i piani comunali devono conformarsi, è intitolato “Connessione interambientale costiera” e prevede “interventi atti a configurare l’intero arenile come parco urbano lineare. Il comma 2 riguarda proprio la porzione interessata dal presente masterplan. Nel tratto di riviera in prossimità della pineta di S. Filomena (Comuni di Pescara e Montesilvano) il P.T.C.P. indica interventi tendenti alla ricostituzione del collegamento pineta spiaggia con il ripristino della duna costiera e il sistema retrodunale ad essa associata, attraverso l’arretramento della strada rivierasca.

 

4)     il ponte in cemento armato previsto nel Masterplan ci sembra un’infrastruttura inutile di cui sente il bisogno solo l’eventuale progettista. Di sicuro ridurrebbe ulteriormente le aree verdi e modificherebbe la bellezza della linea di orizzonte posta tra mare e cielo. L’attuazione del PTCP di cui al punto 3 è di gran lunga una soluzione assai più intelligente di un ponte di cemento armato.

Pescara, 15 maggio 2020

 

Maurizio Acerbo, segretario nazionale

Corrado Di Sante, segretario provinciale

 

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europe

 

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