venerdì , 22 Novembre 2024

Blasioli su asporto: “Che pasticcio le ordinanze di Marsilio e Masci e De Martinis”

La Regione autorizza l’asporto ma i Comuni
chiudono le Riviere. Anche ai ristoratori. 

 

Pescara – “Oltre che per il contagio, questa emergenza la ricorderemo anche per le “sceriffate” di Presidenti di Regione e Sindaci, che hanno spesso ignorato ruolo e valore delle Prefetture e il principio di leale collaborazione tra enti. Mentre Pescara e i cittadini multati non sanno ancora se il Sindaco Masci abbia ritirato l’ordinanza 47 e la 43, duramente censurate dal Prefetto, arriva un nuovo giro di valzer, stavolta però a condurre è il Presidente della Regione Marco Marsilio che ieri ha autorizzato i ristoranti a praticare anche l’asporto anche nei giorni di festa fino al 3 maggio”, così il consigliere regionale Antonio Blasioli.

 

Tante e paradossali le incongruenze secondo Blasioli che precisa “Marsilio firma l’ordinanza non solo a ridosso del 25 aprile, ma dimentica di aver scritto in un’altra ordinanza che non ci si può muovere per approvvigionamenti oltre i 1.000 metri da casa .
Non basta. A Pescara e Montesilvano i sindaci chiudono di nuovo la riviera al transito pedonale, così beffando quei ristoranti/stabilimenti, capaci di fare miracoli e organizzarsi in quattro e quattr’otto e di fatto impedendo l’asporto deciso dalla Regione amica.  Delle due l’una,– sottolinea Blasioli –  o chi ci governa non ha i piedi nella realtà e non sa cosa significa organizzare un asporto in così poco tempo, o il centrodestra, sia che si parli di Regione o Comune di Pescara, all’applicazione e al rispetto delle normative preferisce la propaganda. Altrimenti non si spiega perché dopo il pasticcio dell’ordinanza di Masci che vietava tutte le attività all’aperto e limitava quelle motorie alle sole accompagnate da certificato medico, anche quelle a 400 metri da casa, decisione duramente censurata dal Prefetto diventando un vero caso diplomatico tra le due sedi di Piazza Italia, si salga a un livello superiore: al pasticciaccio combinato da quanto dispongono le ordinanze regionali e quelle sindacali, stavolta sul fronte asporto del cibo cotto nei ristoranti”.

«Qui i problemi sono diversi, –sottolinea l’assessore regionale Dem– tanto che per consentire quanto deciso ieri sera sull’onda delle prossime festività, temo che o Marsilio o i sindaci dovranno correggere sia il tiro che l’ordinanza, ammesso che la stessa sia stata concordata e comunicata alle Prefetture. Con l’atto firmato ieri da Marsilio i ristoranti oltre al servizio a domicilio autorizzato dal DPCM, possono preparare cibo che i cittadini potranno ritirare in loco. Dopo la Toscana, l’Abruzzo è l’unica Regione a sdoganare questa pratica, ma in Toscana c’è stata una preparazione e la Regione ha avuto un dialogo preventivo con le attività commerciali, che hanno potuto attrezzarsi per tempo, ma soprattutto non hanno avuto un Presidente di Regione che nell’autorizzare l’asporto, nella stessa ordinanza richiama il divieto di muoversi oltre il limite dei 1.000 metri da casa per gli spostamenti di approvvigionamento alimentare. Ciò significa che i residenti dovranno scegliere un ristorante in quel raggio, altrimenti resta il dubbio se sia legittimo lo spostamento oltre, perché il limite è richiamato nell’ordinanza 31 del 9 aprile al punto K e solo per Pescara, Montesilvano e Spoltore (prima tolta con ordinanza n. 35 ed ora rinfilata con la 46).

Che forse non sia un caso che Marsilio abbia disposto tale limite per i soli Comuni citati e che soprattutto lo abbia fatto il giorno dopo la firma dell’ordinanza del sindaco Masci cancellata dall’intervento del Prefetto, non è sfuggito a nessuno. Ma c’è ancora da chiedersi se la Giunta regionale sappia cosa significa emettere un’ordinanza il 23 sera per il 25 aprile, dando sostanzialmente un solo giorno ai ristoratori per pensare ad un menù, contattare i fornitori, sanificare le cucine chiuse da settimane, recuperare box di diverse misure per l’asporto e pubblicizzare questa possibilità. Altro quesito da porsi è il perché limitarlo al 3 maggio, perché non andare oltre e dare maggiori certezze al settore?

Ma ammesso che i ristoranti di Pescara e Montesilvano, dopo magari 40 di chiusura ci riescano: i ristoratori stessi e i clienti come faranno domani e il Primo Maggio a passare sulla riviera di Pescara e Montesilvano se i rispettivi sindaci Masci e De Martinis ne hanno nuovamente disposto la chiusura? Un problema serio, perché dei ristoranti forse pronti a ripartire alcuni sono proprio sulla riviera, che domani sarà impraticabile anche per gli stessi titolari stando all’ordinanza, pena il rischio di prendere le multe e rimanere senza il sognato pranzo, a meno che non si organizzino con catapulte a lunga gittata.

Se una quadra non esce finirà che dovrà intervenire di nuovo il Prefetto a ricordare ai nostri eroi che i loro poteri sono più esigui di quelli del Presidente del Consiglio e che esiste uno Stato ed esistono delle leggi che le istituzioni devono rispettare per prime e applicare in forma più restrittiva solo se sussistono verificate ragioni di salute pubblica. Caso in cui i provvedimenti, in nome di un principio di leale collaborazione istituzionale, andrebbero preannunciati all’autorità del Governo, che è il Prefetto e magari concordati per verificarne sia la legittimità, sia la possibilità di garantire un reale controllo”.

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