Il sindaco Ottavio De Martinis ha illustrato l’esperimento, il primo in Abruzzo: “Questo quartiere presenta da anni situazioni irrisolte sul degrado urbano e sulla sicurezza – ha spiegato il primo cittadino -. Con l’università abbiamo avviato il progetto Montesilvano Sicura attraverso dei tirocini formativi con il dipartimento di Scienze Giuridiche e Sociali dell’Università G. d’Annunzio di Chieti-Pescara. Tengo molto al quartiere di Villa Verrocchio, che conosco perfettamente perché mi ha visto nascere e crescere. Ricordo edifici storici, che un tempo erano un punto di riferimento per i cittadini di ogni età: da Stella Maris alla pineta viva e sede di un campeggio in cui arrivavano turisti da tutta Europa, da Villa Delfico che da bambino frequentavo per l’asilo fino a Villa Paradiso, oggi in stato totale di abbandono. Infine il “palazzone” di via Lazio 61, che ospitava la piscina dove noi ragazzi delle scuole medie andavamo a fare sport oggi è oggetto di degrado sociale. Il quartiere è stato sempre vivo e tra tutte queste contraddizioni si ha una percezione di un’area trascurata con la percezione di insicurezza e sfiducia da parte dei residenti. Grazie anche alla disponibilità del consigliere Forconi lavoreremo per dare concretezza su decisioni per anni rinviate, coinvolgendo tutta la popolazione e facendola partecipare alle scelte decisionali dell’area. Sui alcuni elementi come il palazzo di via Lazio 61 ho già intrapreso rapporti con l’assessore comunale di Pescara Del Trecco per trovare soluzioni alternative e riqualificare l’area e con il presidente della Provincia di Pescara Zaffiri stiamo ragionando su Stella Maris, per dare un respiro più ampio all’edificio e per portare una sede università e studenti da fuori regione nella nostra città. In questo modo Villa Verrocchio diventerebbe un quartiere trainante per Montesilvano, auspico la partecipazione attiva e condivisa da parte di tutti i cittadini sia nella compilazione dei questionari sia nell’assemblea che convocheremo entro la fine del mese”.
Presente il professore della D’Annunzio Antonello Canzano, che ha realizzato con l’amministrazione comunale il progetto Montesilvano Sicura: “Un grazie non retorico al sindaco De Martinis – afferma Canzano, docente di Politica della Sicurezza e Relazioni Internazionali dell’Università D’Annunzio di Chieti -, che ha recepito il bisogno di fornire maggiori input e applicazioni allo sviluppo dei metodi di sicurezza a tutta la cittadinanza. Quello che forniremo è l’esperienza di un metodo scientifico nato negli Stati Uniti e che si sta sviluppando anche in Europa e che consiste nell’informare i cittadini sui reali problemi del quartiere. Infatti la sicurezza percepita spesso non corrisponde a quella reale. Bisogna informare i cittadini e capire i loro bisogni, una volta compresi bisogna far conoscere loro gli standard sulla sicurezza attraverso il questionario elaborato anche dai nostri studenti. Raccolti i dati verrà condotta un’analisi per comprendere la cognizione e le scelte dei cittadini, l’amministrazione comunale a questo punto terrà conto dell’orientamento e durante l’assemblea partecipativa si prenderanno le decisioni definitive che riguardano il piano la criminalità, la sicurezza, l’arredo urbano, la destinazione d’uso di alcuni edifici esistenti, il trasporto e la mobilità, il lavoro, la solidarietà e il sociale di tutto il quartiere. Sottolineo che questo strumento si inserisce in modo originale e valido su quello che la legge già prevede con il Decreto Minniti. Montesilvano è il primo comune in Abruzzo che lo adotta ed è all’avanguardia anche in questo caso sui metodi di sicurezza partecipata”.
Gli studenti coinvolti nel progetto da martedì inizieranno con il consigliere delegato alla Sicurezza Marco Forconi gli incontri con i residenti e i commercianti nel quartiere di Villa Verrocchio per raccogliere le loro istanze: “L’elemento dell’assemblea – spiega Forconi – è il dato più importante, a memoria non ricordo mai un’amministrazione comunale che abbia condiviso con la città un percorso sulla sicurezza, in passato infatti è stato sempre imposto un piano senza ascoltare nessuno. Conosco molto bene le criticità del quartiere così come il caso di via Lazio 61 e Stella Maris, ringrazio il sindaco per questa opportunità e l’università disponibile fin da subito al progetto. Il questionario non vuole vincolare il cittadino ad una sola risposta, ma permette di argomentare e di entrare nel merito di scelte per il bene di tutti. Questo è un atto di grande democrazia e responsabilità”.