I controlli sostanzialmente consistono nell’incrociare i dati delle dichiarazioni Isee con quelli già disponibili in anagrafe o raccolti dai servizi sociali dell’Ente. I risultati delle verifiche vengono forniti all’Inps per le relative sanzioni, che si affiancano alle procedure giudiziarie previste dal decreto sul reddito di cittadinanza: percepire la somma indebitamente è infatti un reato punito con la reclusione fino a sei anni.
“Ci sono molti casi di cittadini che hanno rinunciato al reddito su suggerimento dei nostri assistenti sociali” ricorda ancora il sindaco. “Certamente c’è chi fa il furbo, come si suol dire, ma ci sono anche casi frutto dell’ingenuità e dell’ignoranza in buona fede delle normative”.
Saranno coinvolti nei procedimenti di verifica sia gli operatori del settore Servizi alla persona, sia il corpo di Polizia Locale: vengono indagate le situazioni anagrafiche in relazione alla composizione del nucleo familiare, al luogo di residenza, ad eventuali variazioni intervenute nel trimestre precedente la richiesta di accesso al beneficio.