“La norma appena approvata potrà avere concreta valenza solo se essa verrà percepita e veicolata non come la formalizzazione di una istanza antiparlamentare, bensì come il primo passo di un organico percorso di riforme, volte a dare centralità al disagio del cittadino rafforzando il potere di gestione delle autonomie locali.
Il vero costo della politica da abbattere, difatti, non è costituito dagli emolumenti percepiti dai parlamentari – di impatto assolutamente risibile nel bilancio dello stato – bensì dagli ostacoli allo sviluppo del paese che una anacronistica suddivisone dei poteri comporta e che una errata rappresentanza democratica potrebbe peggiorare.
E’ evidente, difatti, che una mera riduzione dei parlamentari senza un contemperamento dei poteri delle altre istituzioni democratiche decentrate costituirebbe un grave ed inspiegabile vulnus alla possibilità di una parte cospicua del territorio nazionale di essere rappresentato.
C’è una netta differenza tra rappresentanza e rappresentatività perché con il taglio dei parlamentari certamente non si scalfisce la prima ma si destabilizza la seconda. Soprattutto nelle macro aree si avrà una deformazione del concetto costituzionale posto alla base del numero dei parlamentari, ossia l’equazione tra il numero della popolazione ed il quoziente dei rappresentanti parlamentari (rispettando anche il requisito di equipollenza tra maggioranza ed opposizione).
Prova ne sono gli effetti della incompiuta riforma delle Provincie, che, mutate nel nome, oramai prive di risorse e pregne di compiti, gettano ancora scompiglio nelle realtà territoriali.
Meritocrazia Italia, pertanto, auspica che il provvedimento varato oggi non sia prodromico al perseguimento di istanze meramente demagogiche ma sia invece il primo passo verso una ricerca seria di equilibri costituzionali nuovi, condivisi e realmente volti allo sviluppo organico del paese.
La Maggioranza dovrebbe da subito curare gli interventi legislativi consequenziali atteso che il nostro paese non ha solo bisogno di tagli di spese ma di interventi invasivi ed organici sulla burocrazia che rendano efficienti e di facile apprensione i servizi per il cittadino”.