In tutte le regioni italiane sono attualmente in discussione i calendari venatori regionali 2019/20 e il WWF, insieme a ENPA, LAC, LAV e LIPU, ha scritto recentemente a tutti i presidenti e a tutti gli assessori regionali con delega alla caccia, oltre che ai competenti Ministri, per chiedere la corretta applicazione della Legge quadro sulla tutela della fauna omeoterma e sul prelievo venatorio (Legge n. 157/1992).
“Sembra incredibile dover scrivere a dei rappresentanti istituzionali per chiedere il rispetto della legge, ma lo dobbiamo fare”, dichiara Dante Caserta, Vicepresidente del WWF Italia. “Nella passata stagione buona parte delle Regioni ha continuato a violare in maniera sistematica le leggi italiane e i principi europei e internazionali riguardanti la tutela della fauna selvatica e l’attività venatoria. Come WWF, spesso insieme ad altre associazioni, siamo stati costretti a ricorrere ai Tribunali amministrativi impugnando 12 diversi provvedimenti regionali sulla caccia, riportando ben 10 vittorie”.
Nella nota inviata alle Regioni, compresa la Regione Abruzzo, si ribadiscono le principali richieste:
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chiusura della stagione venatoria a tutte le specie di uccelli al 31 dicembre, secondo il principio di garanzia della completa protezione delle specie. In subordine, chiusura dopo questa data solo per le specie che non sono in pericolo e su cui ci sono informazioni sufficienti e accertate, e comunque mai oltre il 31 gennaio;
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rigido rispetto di periodi di caccia per tutti i mammiferi, in particolare per le specie a rischio e ancora prive di adeguati piani di gestione e programmi conservazionistici per loro e per i relativi habitat, anche in attuazione deiManagement plan eventualmente adottati dalla Commissione europea;
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apertura generale della stagione venatoria al 1° ottobre, evitando ogni forma di preapertura;
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sottoposizione a Valutazione di Incidenza di tutti gli strumenti di gestione venatoria (piano faunistico-venatorio regionale, piani faunistico-venatori provinciali e calendari venatori): in mancanza della VINCA o in presenza di una VINCA con esisto negativo, esplicito divieto di caccia nei siti della Rete Natura 2000 quali Zone di Protezione Speciale (ZPS), Zone di Conservazione Speciale (ZCS) e Siti di Importanza Comunitaria (SIC);
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estensione delle misure di conservazione previste dalla normativa vigente per i siti Natura 2000 agli habitat esterni, quali ad esempio le zone “cuscinetto”;
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rigorosa applicazione del divieto di caccia nelle aree percorse dal fuoco come previsto dalla normativa vigente;
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divieto di utilizzare munizioni da caccia contenenti piombo (sicuramente nelle zone umide, ma il pericolo di inquinamento per l’ambiente e anche per l’uomo vale dappertutto).
Per l’Abruzzo, si aggiunge la richiesta di rendere effettiva la presenza dell’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, istituita con DGR n. 480 del 5/7/2018; nelle aree contigue, in base alla normativa nazionale di riferimento, la LN 394/91, sono ammessi solo i cacciatori residenti e il calendario venatorio in via di definizione non può trovare scappatoie a questa norma, citando l’area contigua, ma di fatto continuando a non far valere le norme che essa prevede.
“Per quanto riguarda l’Abruzzo”, dichiara Luciano Di Tizio, delegato del WWF Abruzzo, “il nostro appello è ancora più forte. Anche quest’anno andiamo incontro ad una stagione venatoria senza Piano faunistico-venatorio regionale, visto che l’ultimo approvato è ormai scaduto e in proroga dal 2007. Il nuovo Piano, predisposto dalla passata maggioranza, è ancora in discussione e quindi per l’ennesima volta si autorizzerà la caccia senza avere un quadro della situazione. Ricordiamo che negli ultimi anni il WWF ha praticamente impugnato il calendario venatorio della Regione Abruzzo ogni anno. Siamo stati costretti perché la volontà dei nostri amministratori, di qualsiasi colore politico, è stata sempre quella di accontentare la lobby dei cacciatori, fortunatamente sempre in diminuzione, e non quella di amministrare un bene che appartiene a tutti. Speriamo che su questo la Giunta Marsilio voglia dare un segnale di discontinuità”.