«Perché proporre di mandare 40.000 persone in un’area con il corso d’acqua di Fosso Marino, –chiede laStazione Ornitologica Abruzzese– piante ed animali che il Piano spiaggia comunale destina a rinaturalizzazione con ampliamento dell’area con vegetazione ignorando che nello stesso Piano c’è un’altra zona destinata proprio ad eventi?
Perché nelle carte depositate per il concerto e consultate dalla SOA la presenza del fosso non era segnalata e, anzi, si sosteneva, testualmente, che non c’erano “ostacoli” e presenza di vegetazione, che invece ci sono?
Gli ambientalisti inoltre chiedonao anche come mai farsi dare 80.000 euro di fondi pubblici dalla Regione che ha sostenuto in un comunicato stampa essere destinati alla “bonifica” di un fosso (che come detto nei documenti non si rilevava), «mentre nella delibera si parla genericamente di Jova Beach Party? Tra l’altro nella lettera di richiesta del Comune di Vasto, oltre alle necessità per fosso Marino, si evidenziano anche altri costi che sarebbero obbligatori, non si sa su quali basi, per il comune come l’energia elettrica del concerto, le transenne ecc».
Sono tante le criticità rilevate dalla SOA, i dubbi e le vere e proprie incongruenze che emergono dalla lettura delle carte relative all’organizzazione del concerto Jova Beach Party che la Stazione Ornitologica Abruzzese, dopo una segnalazione preliminare, ha raccolto in un corposo Dossier inviato lo scorso 24 giugno a tutti gli enti, compresi Prefettura, Carabinieri, Guardia di Finanza e Ministero dell’Ambiente.
L’associazione ritiene che tutti i soggetti, dal Comune al privato fino alle associazioni, tecnici e organizzazioni a vario titolo coinvolte, debbano procedere ad un ravvedimento operoso attivandosi per evitare qualsiasi:
1)distruzione di aree che presentano anche una residua naturalità, come Fosso Marino, che, invece, devono essere progressivamente rinaturalizzate proprio come prevede il Piano del Demanio comunale;
2)disturbo alla vicina Riserva della Marina di Vasto che è anche Sito di Interesse Comunitario. Facciamo notare che nella stessa documentazione (basta guardare il grafico riportato anche nel dossier) si rileva una forte emissione sonora che investirà per ore anche l’area protetta.
1)distruzione di aree che presentano anche una residua naturalità, come Fosso Marino, che, invece, devono essere progressivamente rinaturalizzate proprio come prevede il Piano del Demanio comunale;
2)disturbo alla vicina Riserva della Marina di Vasto che è anche Sito di Interesse Comunitario. Facciamo notare che nella stessa documentazione (basta guardare il grafico riportato anche nel dossier) si rileva una forte emissione sonora che investirà per ore anche l’area protetta.
Negli Stati Uniti, recentemente spiegano gli ornitologi SOA, hanno vietato un concerto perché situato entro 1000 metri da un sito di nidificazione di una specie rara di limicolo, simile al Fratino. «Qui nella Relazione di Incidenza, evidentemente privi di senso del ridicolo, hanno proposto che in caso di nidificazione (non si capisce se si riferivano alla tartaruga Caretta caretta o al Fratino o a entrambi; ma crediamo sia lo stesso visto che, tra l’altro, un nido di Caretta caretta sarebbe di importanza eccezionale) bisognava lasciare 9 mq (sic!), cioè un quadrato di 3 metri per 3 metri. Stiamo parlando della gestione e degli impatti di un concerto di 40.000 persone che pensano giustamente a divertirsi e della sua preparazione nei giorni precedenti».
La SOA avvisa che continuerà a sorvegliare affinché l’evento non si trasformi anche a Vasto nella distruzione della vegetazione, disturbo alla fauna o in immensi movimenti di sabbia, «come sta avvenendo purtroppo a Cerveteri dove addirittura ci sono le ruspe nelle aree con il rarissimo Giglio di Mare e tante altre specie di interesse naturalistico, in pieno periodo di riproduzione dell’avifauna . Altre criticità stanno emergendo, ad esempio, anche nelle tappe del Jova Beach Party in Romagna e Calabria. Le spiagge con elementi di naturalità non devono essere oggetto di tali spettacoli, per i quali basta affittare e pagare stadi, palazzetti dello sport oppure andare nelle piazze delle città».