secondo il direttore «se è apprezzabile il sostegno offerto pubblicamente dal
governatore della Regione a diversi progetti di fusione in discussione tra comuni minori – Alto
Sangro, Val Pescara – a maggior ragione l’opinione pubblica regionale si aspetta ora una decisa
azione del Governatore nei confronti di un processo di fusione che è già stato approvato a larga
maggioranza dagli elettori interessati, e che vincola il percorso futuro».
Oltretutto, a detta di Salce, margini di discrezionalità, in questa vicenda, non sembrano possibili:
alla luce della delibera 166/6 del 12 novembre 2013, del Consiglio regionale, che ha dato via libera
alla consultazione referendaria, infatti, il comma 8 del testo stabilisce che, nel caso in cui “l’esito
sia favorevole alla proposta, entro 60 giorni dalla proclamazione dei risultati, il Presidente della
Regione presenta al Consiglio regionale un disegno di legge sull’oggetto del quesito sottoposto a
referendumâ€.
Dunque, non paiono esistere margini per ripensamenti o dilazioni. «Perché – osserva il direttore
della Cna pescarese – lo stesso D’Alfonso, proclamando il risultato della consultazione del maggio
scorso, ora pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione, ne ha certificato il valore vincolante
per l’amministrazione che presiede. Senza dimenticare i suoi recenti pronunciamenti sulla necessità
di ripensare il territorio abruzzese e favorire la coesione».
A vantaggio della creazione di un nuovo
grande soggetto metropolitano dell’area adriatica, esattamente a un anno di distanza dalla storica
delibera adottata a Palazzo dell’Emiciclo – conclude Salce – giocano evidenti fattori di risparmio
e razionalizzazione della spesa pubblica, in un periodo di difficoltà devastanti per i bilanci delle
amministrazioni locali.
E insieme l’opportunità
infrastrutturali tipiche delle grandi aree urbane».