Il Convegno, a cui prenderanno parte gli urologi ospedalieri Auro.It di Abruzzo, Marche, Molise e
Umbria, è organizzato dal dottor Enzo Mastroberardino, responsabile dell’Unità operativa di
Urologia della Casa di Cura Pierangeli e vedrà la la partecipazione di importanti relatori di livello
internazionale.
Nella mattinata verrà affrontato lo spinoso tema delle infezioni da Papilloma virus sia nell’uomo
che nella donna e un pool di specialisti, di cui fanno parte anche colleghi del Centro Tumori di
Milano, farà il punto sulla situazione attuale della diffusione della malattia, l’importanza di una
diagnosi precoce per evitare l’insorgenza di tumori d cui è ormai certo che l’HPV sia responsabile
e sulla prevenzione che si basa soprattutto sulla vaccinazione.
Nel pomeriggio invece si terrà una interessantissima tavola rotonda sulle nuove tecnologie e
soprattutto sull’utilità o meno del Robot nella pratica chirurgica urologia. Questa tecnologia
rappresenta senza dubbio un passo avanti nella chirurgia miniinvasiva soprattutto del rene e
marginalmente anche della prostata e della vescica.
Il robot è stato inventato negli stati uniti dove
ha raggiunto presenze importanti di alcune decine di migliaia. Recentemente, dopo un’iniziale fase
di entusiasmo, è stato accertato dalle autorità sanitarie statunitensi, note per l’elevato rigore, che
l’uso del robot non ha apportato nessun vantaggio in termini di sopravvivenza nella terapia
chirurgica oncologica rispetto alla laparoscopia.
Il grosso limite del robot è il costo: circa 3 milioni
di dollari per l’acquisto, a cui si sommano 200 mila dollari per la manutenzione annuale e 5 mille
dollari di spese vive ad ogni intervento, che diventa davvero proibitivo in tempi di risparmio che
colpisce anche la spesa sanitaria.
Durante questa tavola rotonda sentiremo il parere degli esperti nell’una e nell’altra metodica che
metteranno in evidenza le luci e le ombre di tale tecnologia.
Per concludere il programma scientifico si parlerà di interventi alla prostata mettendo a confronto
le vecchie metodiche ormai consolidate e perfezionate da anni e la nuova tecnologia laser che
sembrerebbe garantire un migliore decorso postoperatorio soprattutto per quei casi a rischio di
sanguinamento come i pazienti che si devono sottoporre quotidianamente a terapia anticoagulanti
per problemi di cuore o di circolazione.