venerdì , 22 Novembre 2024

Investimenti per 103 milioni di euro in Abruzzo

Pescara. Si è tenuto oggi a Pescara all’auditorium Petruzzi il convegno organizzato da Regione Abruzzo e mirato a presentare le ricadute per il territorio della proposta di accordo di programma inoltrata al Ministero per lo Sviluppo Economico da sette aziende con sede e attività in regione.
L’Abruzzo accoglie da decenni nel suo territorio numerose aziende afferenti al settore dei prodotti assorbenti per la persona: dai produttori di pannolini e assorbenti ai produttori di tecnologia e di software per le linee produttive, alla ricerca e sviluppo di prodotto e processo. Il comparto è il più significativo a livello europeo per concentrazione di aziende. Per l’Abruzzo questa presenza vale circa 3.000 posti di lavoro e circa 2,5 miliardi di fatturato complessivo.
Le maggiori aziende del comparto, riunite nell’accordo di programma denominato Clip (Cluster regionale dei prodotti per l’igiene della persona), con il coinvolgimento della Regione Abruzzo che ne ha valutato la progettualità, hanno proposto un forte impegno per l’innovazione e la sostenibilità che vale un investimento complessivo di circa 103 milioni di euro.

Le aziende che fanno parte dell’accordo di programma sono:
Fater spa (capofila);
Cellulose convertingsolutions spa;
Eurofil srl;
Fameccanica data spa;
Ontex manufacturing Italy srl;
Pantex international spa;
Texol srl.

L’accordo di programma nasce dalla collaborazione fra Regione Abruzzo e le sette aziende proponenti, che hanno previsto investimenti per 103 milioni di euro e hanno inteso coinvolgere l’ente per far analizzare, come previsto dalla norma, i progetti proposti al fine di creare un accordo di programma da sottoporre al Ministero. La Regione ha valutato le progettualità proposte e giudicato che esse mostrano un rilevante e significativo impatto sulla competitività del sistema produttivo regionale. In particolare la natura dei progetti proposti dalle aziende incide positivamente su alcune delle variabili valutative previste dalla procedura del Mise quali: innovazione di prodotto e processo (in linea con le direttive Industria 4.0), tutela ambientale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale.
Per tali motivi la Regione ha deciso il cofinanziamento dei progetti per 3 milioni di euro.
Qualora la proposta venisse approvata dal Ministero e da Invitalia, l’agenzia nazionale per lo sviluppo dell’impresa che è soggetto attuatore, il vantaggio per il cluster potrebbe essere di circa 22 milioni di euro a fondo perduto.

Questi i vantaggi dei progetti proposti:
-75% impatto ambientale per produzione rifiuti e scarti di produzione;
-30% di rifiuti industriali prodotti;
10.000 tonnellate all’anno di rifiuti trattati in un innovativo impianto di riciclo con focus su frazione oggi non riciclata.

Le sette aziende che hanno promosso l’accordo di programma hanno focalizzato due aree principali di intervento:
1) l’efficientamento energetico;
2) la realizzazione di un Centro di valorizzazione materiali finalizzato al riciclo di materie prime e scarti di produzione.
Da sottolineare che ognuna delle aziende opera mantenendo la propria autonomia sui progetti, formalizzata attraverso appositi Patti di riservatezza.
Nello specifico le due principali linee di intervento, in maniera complementare, si orientano verso una gestione totalmente sostenibile dei processi produttivi. In particolare l’efficientamento energetico, attraverso una molteplicità di interventi (ognuno modulato in ragione delle diverse realtà) si propone di generare processi produttivi meno energivori e meno importanti per unità standard prodotta con i vantaggi per l’ambiente sopra indicati.
Il Centro di valorizzazione materiali rappresenta un esempio di innovazione sostenibile discontinua: esso si fonda sulle esperienze maturate da Fater Smart (la business unit di Fater spa specializzata per lo sviluppo del progetto riciclo di prodotti post consumo) in Veneto, ove è in funzione una macchina sperimentale, a volumi industriali, in grado di riciclare prodotti assorbenti per la persona da post uso.
Il progetto Clip proposto al ministero intende utilizzare una tecnologia derivata per riciclare scarti di produzione, rifiuti industriali derivanti dai processi delle aziende facenti parte del cluster. Questa prima applicazione dovrebbe portare una riduzione fino a 10.000 tonnellate annue di rifiuti post industriali in Abruzzo. Ciò consentirà di recuperare, separatamente, tre diverse frazioni di materiali da reinserire negli stessi processi produttivi o ulteriori: plastica, cellulosa e polimero superassorbente (poliacrilato di sodio). L’impianto è progettato in maniera modulare, quindi laddove dovessero raggiungersi accordi commerciali fra le aziende aderenti a Clip o altre, i volumi trattati potrebbero essere aumentati. Le materie recuperate potranno essere reimpiegate in molteplici settori, dal florovivaistico al tessile, dall’edilizia all’automotive.

Il presidente vicario della Regione Abruzzo Giovanni Lolli ha dichiarato: “Si tratta del più significativo accordo di programma per la sostenibilità proposto da una Regione al Ministero. Ci siamo resi disponibili, dopo aver valutato le progettualità proposte dalle aziende, a chiedere al ministero il riconoscimento dell’Accordo di Programma allo scopo di snellire i tempi per la valutazione da parte del soggetto incaricato Invitalia per concedere le agevolazioni e i sostegni previsti dalla norma. La sostenibilità è imprescindibile, soprattutto in un territorio tutelato come quello abruzzese, e ci rassicura constatare che il 93% delle grandi imprese del mondo punta sulla sostenibilità e che in Italia chi ha investito in politiche green per il 79% genera innovazione e competitività, un volano per l’economia e per la competitività dell’intera regione”.
Il coordinatore del cluster Clip, Nello Rapini, che ha seguito lo sviluppo dell’accordo, ha dichiarato: “L’accordo di programma rappresenta la capacità di innovare delle aziende abruzzesi e la responsabilità verso il territorio. Il progetto è in linea con le politiche ambientali internazionali, ad esempio l’agenda 2030 delle Nazioni Unite, e con le recenti normative europee sull’economia circolare e sui rifiuti emanate nel luglio scorso. Un esempio virtuoso di collaborazione tra settore privato e decisore pubblico”.

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