La pizza che
ha regalato il successo al giovane pizzaiolo abruzzese in terra romagnola
si chiama “Gran Sasso†ed è composta da tartufo, funghi porcini,
pomodorini pachino, mozzarella di bufala, dop e basilico. I precedenti
due successi erano arrivati a Pisa e Roma, inoltre Andrea Trovarello
ha conquistato diversi secondi e terzi posti sia a livello nazionale che
internazionale.
“Sicuramente il traguardo l’ho raggiunto con tanto impegno, amore e con
tanta passione per il lavoro che svolgo – ha spiegato Andrea Trovarello –
per fare bene un lavoro, oltre che dei buoni ingredienti ci vuole anche
tanto amore, passione e fantasia.
Senza questi tre ingredienti qualsiasi
lavoro si svolge non esce al meglio. Con questi tre elementi si possono
ottenere delle soddisfazioni come quelle che ho ottenuto io a Rimi, Roma
e Pisa. Questo è un settore che sicuramente non lascia a stomaco vuoto.
Le passioni si coltivano e all’età di 18-19 anni un ragazzo sa che cosa gli
può piacere conoscendo nuovi mestieri.
Io ero patito dell’informatica e a
15 anni mi sono trovato a cuocere le mie prime pizze, quindi ho cambiato
completamente campo di interesse e sono passato dall’informatica alla
preparazione delle prime pizze e non ho smesso più.
Andavo a scuola e
facevo questo lavoro anche gratis, lavoro che oggi mi sta permettendo di
diventare qualcuno. Sicuramente è un lavoro che è sacrificato perché un
pizzaiolo che fa vari tipi di pizza (senza glutine, ecc.) è impegna tante ore
al giorno perché ogni pizza ha un diverso tipo di impasto.
Io
personalmente sono impegnato nell’impastare anche 16 ore al giorno. La
pizza rappresenta un po’ il nostro Paese essendo tra le nostre specialità, è
un nostro biglietto da visita, è un cibo povero perché la storia ci insegna
che il napoletano nel 1800 non sapeva cosa mangiare e con un pugno di
farina e un po’ d’acqua produceva le pizze che all’inizio erano povere,
solo con il pomodoro o con l’olio e pian piano ha avuto questa evoluzione
che ha portato risalto alla nostra amata nazione e ogni volta che qualcuno
sente l’odore o ascolta la parola ‘pizza’ si scalda e non vede l’ora di
assaggiarla e divorarla in tutti i modi.
È un lavoro che richiede molti
ingredienti che noi abbiamo in Abruzzo, in Toscana o in qualunque altro
posto. L’importante è saperli valorizzare e mettere insieme.
Come
abbiamo prodotti acidi e grassi messi insieme si annullano, come la
margherita che ha un acido nel pomodoro e un grasso nella mozzarella
che rende la pizza perfetta. La capacità del pizzaiolo è quella di far
mangiare la pizza non solo con le mani e con la bocca ma anche con gli
occhi, quindi bisogna saper presentare la pizza in modo che sia bella da
vedere e buona da gustareâ€.
Francesco Rapino