venerdì , 22 Novembre 2024

Pescara: resoconto sul bilancio ‘trasparente e netto’

Il Bilancio 2014 nasce con:

1. tagli per 4 milioni di euro alle spese correnti, anche di natura indispensabile e improcrastinabile;

2. maggiori spese per 5 milioni di euro inderogabili e dovuti a rinvii dell’esercizio precedente, a debiti fuori bilancio, a spese elettorali, ad aumento del canone per la pubblica illuminazione;

3. minori entrate per 6 milioni di euro, emerse a consuntivo, a seguito di entrate sovrastimate mai concretizzate, ma che comunque hanno originato spese reali;

4. crisi finanziaria dell’Ente, che ha costretto all’utilizzo di anticipi di Tesoreria per 3/12esimi delle entrate dell’anno precedente, oltre agli ulteriori 2/12esimi concessi solo per l’anno 2014 e che sono pari a 20 milioni di euro per il nostro Comune, cifra che dovremo coprire entro pochi mesi se lo Stato non prevederà una proroga. Ad oggi giacciono presso la Ragioneria atti in liquidazione per 25 milioni di euro;

5. disavanzo di amministrazione 2013 per 4.285.000 euro: il 10 settembre 2014, lo schema di Bilancio è stato presentato al Consiglio Comunale e al Collegio dei Revisori ipotizzando una copertura in tre esercizi finanziari, di cui 500.000 nell’anno in corso, attraverso vendita del patrimonio disponibile dell’Ente; i Revisori pur dando parere favorevole impongono la copertura totale nell’esercizio in corso.

A fronte di tale situazione ai 4 milioni di tagli già operati sullo schema di bilancio presentato e che lasciava poche risorse per coprire le attività a tutto il 2014 (asili nido, manutenzione e protezione civile), abbiamo dovuto aggiungere ulteriori tagli, ma soprattutto rinvii al 2015 per trovare la copertura richiesta dal Collegio dei Revisori.

“Pochi giorni fa -comunicano il sindaco e l’assessore- abbiamo scoperto fortuitamente e grazie all’abnegazione del dirigente della Ragioneria dei 2 milioni e 112.000 euro a titolo di rimborso per il Comune, il dirigente del settore Ragioneria ha informato i vertici dell’Ente con una mail risalente alle 19 di domenica 28 settembre, di aver visto sul sito del Ministero dell’Interno un comunicato che “anticipa i contenuti di un decreto che dovrà essere emanato dal Mef”.
A lui un sentito ringraziamento perché, malgrado fosse completamente assorbito dai gravosi impegni inerenti la sessione di bilancio nella settimana, la domenica ha fatto un’attività di studio e ricerca che ha consentito, anche con un po’ di fortuna, visto che la notizia era riportata sul sito del Ministero dell’Interno e non del Mef, di venire a conoscenza dei rimborsi, non trattandosi peraltro di un atto ufficiale e per lo più indirizzato a questo Comune.

Una cifra che ci ha consentito di tagliare per due e non per 4 milioni, ma chi asserisce che con tale somma si poteva “evitare di alzare le tasse” dimentica che la manovra fiscale posta in essere per riportare in equilibrio l’Ente con grande fatica e senza certezza di potervi riuscire per prossimi esercizi finanziari, è pari a 16 milioni di euro con IMU (circa 1,5 milioni di euro), TASI (10,5 milioni di euro), Irpef (circa 4 milioni). Il tutto aumentando la soglia di esenzione da 15.0050 a 16.040 euro per i contribuenti.

Dopo l’approvazione, il Bilancio riporta una previsione di spese correnti pari a circa 103.145.528 milioni di euro, ma i margini di gestione sono risicatissimi per gestire il Comune e tutti i servizi dell’Ente alla comunità, anche perché solo 16 voci di spesa incomprimibili (spese del personale, smaltimento rifiuti., mutui, Pescara Gas, debiti fuori bilancio, trasporto pubblico), rappresentano un totale di 100 milioni di euro.

La manovra correttiva, -continuano nella nota gli amministratori pescaresi- dopo l’inevitabile innalzamento della tassazione dovuta solo ed esclusivamente alla irresponsabile gestione dell’amministrazione Mascia, si è resa altresì necessaria per dover coprire il disavanzo dei 4,2 milioni di euro del bilancio 2013, frutto interamente dell’amministrazione precedente e che pure gli stessi artefici non hanno avuto la sensibilità e la responsabilità di votarlo.

Una manovra, quella, improntata interamente su tagli alle spese correnti, anche di natura indispensabile e improcrastinabile e una poderosa azione di rinvio di spese obbligatorie già assunte che avrebbero già compromesso il futuro bilancio di previsione 2015″.

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