domenica , 24 Novembre 2024

Penne. Riunita la Commissione Odonomastica Municipale

Dopo una approfondita discussione si è concordato di proporre alla Giunta Comunale ( che è l’organo deliberante in materia) per le nuove vie da intitolare i seguenti personaggi individuati tra le celebrità locali le cui schede biografiche sono state redatte dal Prof. Candido Greco.

Giovanni Di Giovanni – Maestro di sartoria

Vincenzo Noto – Primo Scudiero degli Zar

Emidio Antonini- Diplomatico del Regno di Napoli

Inoltre in esecuzione di una Delibera della Giunta Municipale del 3-4-2011 sarà intitolata a Vincenzo Di Giosaffatte ( Artista e Ceramista) il largo antistante all’ ex Istituto d’Arte in Via Caselli.

SCHEDE DEI CITTADINI ILLUSTRI SCELTI PER LE NUOVE VIE ( testi a cura di Candido Greco)

EMIDIO ANTONINI

Diplomatico abruzzese (L’Aquila 1787- Parigi 1862)

Era di famiglia nobile, di origine pennese. Nacque a L’Aquila il 15 agosto 1787 dal

barone di Torano, Giampietro.
A L’Aquila fu ricevitore generale prima di darsi alla

carriera diplomatica che svolse in Brasile, Spagna, Prussia e Sardegna. Aristocratico e

conservatore, come i suoi parenti pennesi, gli Antonini-Carradoro, fu dotato di grande

intuito politico e di spirito acuto di osservazione, rivelandosi prezioso nel trattare

problemi soprattutto economici ed amministrativi, ma anche politici, che avrebbero

potuto salvare il Regno di Napoli solo se il Re Ferdinando II lo avesse assecondato. Fu

ministro plenipotenziario in Prussia nel 1834.
Nel 1849 fu a Parigi e riscosse le simpatie

di Luigi Napoleone che per primo egli riconobbe come imperatore.

Inascoltato dal Re, al quale proponeva una politica interna moderata, carico di

onorificenze ottenute all’estero, si rititò a vita privata nel 1860, ottenendo da Ferdinando

II la nomina a marchese. Fu il migliore diplomatico dei Borboni.
Morì a Parigi il 10

settembre 1862, ma il suo corpo riposa a Roma nella tomba marmorea scolpita da

Giuseppe Lucchetti nella Chiesa della SS. Trinità dei Monti.
Di lui abbiamo un diario

del 1852 ed un carteggio rimasto inedito.

GIOVANNI DI GIOVANNI

Sarto rinomato (Penne 1881 + 1960)

Nato a Penne il 20 maggio 1881, fu sarto creativo e rinomato, fondatore di una

scuola privata, più antica di quella istituita dalla Roman Style nel 1982.
Suoi progetti di

abiti risalgono al 1910 e furono segnalati dall’Accademia Internazionale di Taglio.
Nel

primo quarto del Novecento fece conoscere all’Italia il valore della sua arte ma anche

della tradizione sartoriale vestina, meritandosi riconoscimenti a Roma, Milano, Reggio

Calabria, Salerno e perfino a Chicago, espressi in molti diplomi di merito e cinque

medaglie d’oro.
Nel 1920-1921 fu riconosciuto Maestro d’Arte e professore di taglio di

abiti maschili e femminili.
Confezionò abiti anche per seminaristi, preti e finanche per

un cardinale. Aveva un “suo metodo professionale di taglio” che gli venne riconosciuto

il 29 agosto 1932 dal Ministero della Pubblica Istruzione. Nel 1924 diffondeva in Italia

e all’estero una sua tavola sinottica divisionale, giudicata indispensabile a tutte le

scuole di taglio. Fu il sarto dei nobili di Penne, nonché dei borghesi più noti.

La scuola di taglio del Di Giovanni funzionò a Penne per dieci anni come

“succursale della Scuola Forcini di Roma”, poi si affrancò nel 1933 con decreto del

Prefetto di Pescara datato 29 luglio. Cessò con la sua morte avvenuta il 3 maggio 1960.

La scuola sartoriale di Penne risorgerà ventidue anni dopo per merito del prof.
Lucio

Marcotullio nell’ambito della Roman Style, fondata a dicembre del 1959.

VINCENZO NOTO

Primo scudiero degli Zar (Penne 1854 + Teramo 1941)

Nacque a Penne l’8.VIII.1854 da Gaspare, cocchiere siciliano, e da Chiara D’Angelo,

figlia di quel Francesco, detto Zaiocco, uno dei Martiri Pennesi del 1837.
Trasferitosi

con la famiglia a Teramo, trascorse la prima giovinezza facendo il mestiere del padre

e condividendone la passione per i cavalli.
Quale scudiero del Principe Colonna fu a

Parigi ove si distinse tanto nei circoli di equitazione da farsi notare dal Principe Orlov,

cugino dello Zar Alessandro III, che lo invitò a S. Pietroburgo per assumere il governo

delle scuderie imperiali.
Da Parigi, dove viveva con la moglie ed il figlio, si trasferì a

S. Pietroburgo, dove alla morte di Alessandro III passò al servizio del nuovo Zar che

lo nominò Primo Scudiero Imperiale.
Per i suoi tempi Noto fu modello di scudiero

inimitabile per lo stile che aveva nel cavalcare in funzione di battistrada-araldo nelle

parate e per il modo impeccabile di stare a cassetta e di condurre i cavalli, meritandosi

ben quindici medaglie in tutta la sua carriera.
Con tutta la sua famiglia visse in intimità

con la famiglia imperiale, a tal punto che la Zarina fece da madrina di battesimo a sua

figlia, alla quale impose il suo nome Alice.
A Noto era affidato il colpo d’occhio della

Russia Zarista nelle parate, nelle riviste, nelle visite dei capi di Stato. Con lo scoppio

della Rivoluzione Bolscevica e l’uccisione dello Zar con tutta la famiglia imperiale,

rientrò in Italia e morì a Teramo il 27 febbraio 1941.
Fu l’ultimo rappresentante

dell’epoca dei cavalli che volgeva al tramonto.

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