“Al netto delle prescrizioni e di alcune assoluzioni – continuano i ripresentanti del Pd – la sentenza conferma che fu disastro ambientale e, quindi, siamo più che mai convinti di non poter abbandonare le armi: agiremo in ogni sede opportuna per pretendere che chi ha sfruttato illegalmente il nostro territorio oggi si faccia carico del futuro di quell’area, dalla bonifica alla realizzazione di nuove attività e, di conseguenza, di nuovi posti di lavoro”.
“Inoltre, lanciamo un appello all’amministrazione comunale di Bussi per quanto riguarda le discariche 2A e 2B a monte del sito industriale – concludo -. Poiché il Comune, nonostante l’assenza di una data certa per l’inizio dei lavori di bonifica e nonostante il contratto con la ditta aggiudicataria dei lavori non sia ancora stato firmato, ha firmato l’atto notarile per diventare proprietario dei terreni, non rispettando così quello che è scritto nell’accordo ministeriale, chiediamo di annullare l’atto per una maggiore tutela dell’ente. Tutto questo perché in assenza di inizio lavori il Comune, come proprietario dei terreni, ma “non responsabile dell’inquinamento”, è tenuto a fare i lavori di messa in sicurezza. Oltre al danno, dunque, la beffa”.