I cofani funebri di importazione cinese e privi del marchio della ditta
costruttrice in violazione del “Regolamento di polizia mortuaria†sono
stati sottoposti inizialmente a sequestro amministrativo cautelare e,
successivamente, a seguito di sentenza emessa dagli Organi Giudicanti
confiscati e destinati alla distruzione, in quanto privi delle caratteristiche
tecniche previste dal Regolamento di Polizia Mortuaria e, quindi, da
ritenersi pericolosi ai fini sanitari.
Il Regolamento di polizia mortuaria prescrive che tutti i cofani funebri, sia
in legno che in metallo, devono riportare impresso ben visibile sulla parte
esterna del proprio coperchio il marchio di fabbrica con l’indicazione della
ditta costruttrice a garanzia della conformità agli standards sanitari e
costruttivi come dettagliatamente ribadito nella circolare del Ministero
della Salute n. 24 del 1993 per la loro immissione in commercio nel
territorio nazionale.
Il servizio scaturisce da informazioni ed elementi utili acquisiti nel corso di
indagini preliminari che hanno permesso di rilevare la presenza di alcuni
soggetti di nazionalità cinese che hanno costituito, unitamente a cittadini
italiani da tempo operanti nello specifico settore commer-ciale, società ad
hoc per importare dalla Cina cofani funebri ed immetterli sul mercato “in
nero†alterando così il circuito legale.
Si è creato così un mercato al ribasso sia nella qualità dei prodotti che
nella gestione di tali servizi, ove allo sconto- ma non sempre- di un prezzo
minore si accompagna una sacca di illegalità che favorisce l’evasione
d’imposta ed il ricorso al lavoro nero.
E’ stato altresì accertato che i soggetti coinvolti hanno presentato in
dogana, all’atto dell’importazione dei cofani funebri, dichiarazioni
doganali mendaci indicando una generica tipologia della merce importata
(altri lavori di legno), fruendo dell’esenzione dai dazi doganali, e un
valore unitario della merce in misura nettamente inferiore a quello
reale, ottenendo, così, un pagamento minore dell’iva dovuta all’atto
dell’importazione.
Così operando, i soggetti hanno realizzato una fattispecie tipica del
cosiddetto contrabbando intraispettivo e pertanto 4 di essi sono stati
segnalati all’A.G per il reato di contrabbando aggravato previsto dagli artt.
292 e 295 del Testo Unico Leggi Doganali.
Al momento sono in corso nei confronti delle aziende coinvolte
accertamenti di natura fiscale volti a verificare l’esatta posizione erariale
dei singoli contribuenti.