«La prima che il dato più inquietante e quel 44% di indecisi che probabilmente non vuole proprio andare a votare –spiega il Segretario SI– e che tra i disastri del Pd e la prima delusione del pessimo governo nazionale M5stelle/Lega non sa davvero dove mettere questa benedetta croce pensando che forse l’unica possibile soluzione sia fare lo spettatore non votante.
Il secondo, che interessa la nostra area o il nostro campo di gioco (ditela come più preferite). Il Partito democratico ci mette dei mesi solamente per arrivare alle dimissioni del suo segretario e per metter su un accrocchio degno del miglior manuale cencelli nella composizione del suo coordinamento provvisorio. Aspetta (come spesso accade) il solito salvatore della patria, Giovanni Legnini, senza fare nessuna vera analisi della sconfitta.
Un’analisi fredda e spietata sarebbe l’unica cosa utile per rintracciare un minino lumicino in questo buio profondo e capire che quando sei percepito come una oligarchia e come il “nemico di classe” qualche problema strutturale forse esiste e c’è l’hai.
Perché questa sconfitta è storica e mette in discussione l’esistenza stessa della loro formazionne politica e di quello che abbiamo chiamato per anni centrosinistra. Il 14% preso in Abruzzo alle scorse politiche avrebbe dovuto quanto meno aprire un grande dibattito sugli errori commessi (la pessima gestione sanitaria, le innumerevoli crisi aziendali, l’impoverimento delle aree interne, le numerose vertenze ambientali).
Insomma un modello di sviluppo obsoleto e sempre schiacciato verso politiche neoliberiste temperate a cui aggiungere atteggiamenti da prime donne a partire dal “Papa” D’alfonso. Invece già mi vedo Paolucci, che difende e magari rivendica il Projetc financing come unica scelta possibile, e Legnini (se scioglierà il nodo) a barcamenarsi tra il siamo stati bravissimi e faremo ancora meglio.
Ecco dopo anche questi sondaggi sarebbe bello sentir dire che per battere le destre serve fare politiche di sinistra e non metterci le solite toppe che sono peggio del buco.
A sinistra lavoreremo per costruire un’alternativa vera al centro destra, al m5stelle e anche al Partito Democratico.
Per gli Abruzzesi niente minestre riscaldate, nessun nuovo papa, nessun privato a cui essere riconoscenti, forse ci vorrà tempo perché per raccogliere serve prima seminare, ma da qualche parte bisognerà pur partire.
E allora partiamo da qui, ricostruiamo prima una sinistra vera, autonoma con un suo profilo, un suo progetto, che non guarda i sondaggi ma mette le mani nei problemi reali, che quando qualcosa è sbagliato si oppone, chiunque lo fa. Che sappia ascoltare quel malessere sociale e sappia costruire risposte in modo partecipato e articolato scappando da soluzioni di comodo o semplicistiche.
Che non sia elitaria ma al contrario sia profondamente popolare, nei modi e nei suoi rappresentanti.
Che non rottami le persone ma un modello clienterale troppo spesso visto qui in abruzzo, che sappia fare proposte innovative perché anche da noi i cervelli in fuga ci sono e non c’è lo possiamo permettere di perderli.
Perché per dirla con una battuta ci sono i nazisti dell’Illinois alle porte e non possiamo certo rispondere con generici fronti repubblicani (spesso parte del problema).
Serve una risposta chiara, antifascista, democratica che riparta dalla piazze, alle costanti aggressioni (fisiche e verbali) ai migranti, agli omosessuali, alle donne e in generale a tutti gli attacchi reazionari ascoltati negli ultimi mesi.
Noi insomma ci saremo a queste condizioni con chi a sinistra vorrà iniziare a mettere insieme i primi mattoncini per guardare al futuro, senza nessun torcicollo e nessun fortino da difendere.
Ripartiamo insieme, non c’è più tempo da perdere».