Udite.” Con queste parole la Voce (che in questo
adattamento è poi quella dello stesso Piero) dà inizio a questa esilarante,
ma al tempo stesso sottilmente ironica e profondamente arguta
commedia di Achille Campanile (Roma 1899 – Lariano 1977), autore
poliedrico e di spessore, spesso ingiustamente relegato al ruolo di
semplice umorista.
Basterebbe il solo prologo, con le situazioni
paradossali e contraddittorie in esso mostrate, a far capire come quella di
Campanile sia una riflessione (e al tempo stesso una euristica) fredda,
lucida e distaccata su quella che è la realtà umana, analizzata qui con
rigore scientifico: che poi tali situazioni possano generare risate, ciò
dipende in parte dal materiale (e Flaiano diceva che la realtà supera di
gran lunga la fantasia), in parte dalla mano sapiente di chi ne ha curato
l’orchestrazione.
Dopo il prologo, che ha un carattere dimostrativo
generale, si passa – con i tre atti della pièce teatrale – all’esame di un caso
particolare, quello del povero Piero appunto. Piero è ‘povero’ solo perché
è con questo aggettivo che normalmente ci si riferisce alle persone
appena scomparse, secondo un ricorrente luogo comune nel quale tutti
tendiamo a cadere per automatismo comportamentale.
Compito
dell’umorismo, inteso qui nel senso più nobile del termine, è quello di
farci riaprire gli occhi sulla realtà e, almeno per il breve tempo della
fruizione estetica, presentarcela per quello che davvero essa è, con tutte
le sue contraddizioni, assurdità, insensatezze. Tra queste, possiamo far
rientrare anche le volontà che molti defunti, prima di diventare tali,
dettano ai parenti, o a chi per loro, circa il modo di comportarsi a morte
sopravvenuta. Ma cosa importerà davvero al defunto, una volta divenuto
tale, di quello che gli altri faranno di lui, dopo di lui? In questo senso, o
meglio, da questa prospettiva, anche le scelte lucide di Piero, fatte prima
della sua morte in nome di una rigorosa logica anticonformista,
assumono carattere illogico: Piero stesso non sembra essere del tutto
immune dal conformismo contro il quale pure aveva deciso di scagliarsi.
La regia, con scelte attoriali a volte grottesche e caricaturali, ma non per
questo meno realistiche, mira ad una resa quanto più cruda della vicenda,
supportata dal contrasto tra una asettica e quasi paradisiaca scenografia
ed una sanguigna e corpulenta colonna sonora che accompagna i punti
culminanti della intera vicenda.
I giovani che domani saranno in scena sono, in ordine di apparizione:
Francesco Marchesani, Edoardo Ruzzi, Francesco Fatale, Daniela Paciocco,
Teresa Del Sole, Olga D’Ilio, Angela Centurione, Maya Di Russo, Enrico
Minto, Lisa Pellegrini, Luca Ippoliti, Francesca Perfetto, Pietro Di Marco,
Chiara Schirato, Davide Di Rienzo, Pietro Cerritelli, Giuliana Ridolfi, Davide
Cherstich, Davide D’Alonzo.
Il disegno luci è affidato ad Andrea Micaroni
mentre le scenografie sono di Lùcio Rosato.