La moratoria ricorda il WWF era contenuta nell’art. 14 della legge regionale 23/2014 (approvata il 16 aprile e in vigore dal 29) che modificava a integrava una serie di disposizioni precedenti. “La Giunta regionale – questo il testo del 1° comma – predispone entro 180 giorni il Piano Regionale per le Energie Alternative.
Fino all’approvazione del piano da parte del Consiglio è sospeso l’iter autorizzativo per impianti fotovoltaici in zona agricola, eolici e per centrali a biomasse di potenza superiore ad 1 MW”. Nel secondo comma, “ai fini della tutela della biodiversità della Regione Abruzzo con particolare riferimento alle specie di avifauna e di mammiferi tutelate a livello comunitario che sono oggetto di mortalità aggiuntiva derivante dagli impatti con gli aerogeneratori, nonché in attuazione delle previsioni di cui all’accordo PATOM per quanto riguarda il disturbo per l’orso”, veniva comunque vietata l’installazione di pale eoliche di una certa potenza in zone particolarmente sensibili per la accertata presenza di specie a rischio e/o per l’eccessiva contiguità con aree protette.
“Il Consiglio, certamente anche con i voti di consiglieri che pochi giorni prima si erano comportati in maniera opposta, ha passato un colpo di spugna su una normativa intelligente che avrebbe consentito, nell’arco di pochi mesi, di riordinare l’intero comparto delle energie rinnovabili.
Un grossolano errore – questo il giudizio di Luciano Di Tizio – del quale maggioranza e cosiddetta opposizione erano ben consapevoli visto che la cancellazione è stata nascosta nel provvedimento con cui si stanziavano fondi per aiutare i lavoratori del Cotir e del Mario Negri Sud da tempo in difficoltà e che è stato votato quando il consigliere Acerbo, proponente della moratoria, era momentaneamente assente dall’aula.
Una scelta gravemente negativa per l’ambiente che continua a lasciare aperta la strada all’improvvisazione con la quale sono state sino a oggi gestite nella regione le autorizzazioni per gli impianti per la energie rinnovabili.
Invitiamo sin d’ora il futuro consiglio regionale a ripristinarla e a lavorare seriamente nei 180 giorni previsti per dare regole certe e condivisibili a un settore che ne ha estremamente bisogno”.