«un contesto che consentirebbe a famiglie ed imprese che gravitano nell’area urbana di Pescara, Montesilvano e Spoltore di potersi rivolgere ad un unico interlocutore, invece che a tre». Continua Costantini che è presidente del Comitato promotore per il sì al Referendum del 25 maggio sulla fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore, e sottolinea come ci siano anche altri benefici a favore dei Comuni che scelgono di unirsi.
«Nel caso di istituzione di nuovi comuni, infatti, il patto di stabilità interno si applica a decorrere dal terzo anno successivo a quello dell’istituzione (L. 183/2011). Dunque per tre anni, nel momento di massima competizione tra sistemi territoriali del medio adriatico, un’area urbana così grande e così vicina a Roma sarebbe l’unica a poter operare investimenti e spese senza i vincoli del patto di stabilità; vincoli che strangolano ormai da alcuni anni intere economie locali, impedendo loro non solo nuovi investimenti, ma anche il pagamento di quelli già realizzati».
«Tutti i creditori – spiega Costantini – potrebbero essere pagati, con una iniezione di liquidità nel sistema economico senza precedenti e nuovi impegni di spesa potrebbero essere assunti, con la garanzia per gli operatori privati della certezza dei tempi di pagamento».
«Rispetto a queste irripetibili opportunità, cantierabili in brevissimo tempo, vorrei che i sostenitori del “no†offrissero alla discussione pubblica opportunità di crescita e di sviluppo del nostro territorio altrettanto certe ed altrettanto efficaci.
Del resto, fino ad oggi – conclude Costantini – i sostenitori del “no†(inclusi quelli che tacciono sull’argomento) sono, tranne Testa e Di Carlo, i candidati a Sindaco, che per essere credibili, nel rappresentare quello che intendono realizzare, farebbero bene a spiegare anche con quali risorse e con quale organizzazione».