venerdì , 22 Novembre 2024

Sambuceto, intervista a Matteo D’Amico

Un pareggio a reti bianche che anche Matteo D’Amico analizza così: «Ce l’abbiamo messa tutta ma non ci siamo riusciti a portare a casa i tre punti. Forse ci è mancata un po’ di “cattiveria”, che speriamo di ritrovare al più resto, ma di fronte abbiamo anche trovato anche una bella squadra».
Quindici reti subite in 20 incontri del campionato di Eccellenza pongono il Sambuceto in vetta alla classifica delle difese meno battute di stagione, con i viola che sin qui hanno fatto meglio anche di corazzate come Chieti e Real Giulianova. Segno quindi che i meccanismi della cosiddetta “fase difensiva” della squadra di Tatomir funzionano molto bene. E D’Amico, da difensore centrale, ne è uno degli artefici, anche se il giocatore ci tiene a sottolineare come questo risultato sia il frutto di un lavoro “d’orchestra”: «Il merito è della squadra, perché durante tutto l’arco della settimana lavoriamo molto e bene sulla cosiddetta fase di non possesso. Tutti contribuiscono al meglio, perché questa fase inizia proprio dall’attaccante e termina con il portiere, quindi il merito è di tutti i compagni».
Sull’affiatamento coi compagni di squadra e con la realtà viola, conosciuta durante la scorsa estate, D’Amico ha parole al miele, condite da un auspicio: «A Sambuceto mi sto trovando molto bene. Qui ho conosciuto una società seria che non ci fa mancare nulla. Speriamo quindi di poter dare delle belle soddisfazioni a tutta la dirigenza e allo staff, e allo stesso tempo farcela anche per noi stessi, dando il massimo ogni domenica».
Classe 1993, il centrale è reduce da tre stagioni in quel di Paterno, quindi conosce bene la realtà dell’Eccellenza, e soprattutto ciò che significa occupare i piani “alti” della classifica. E proprio alla luce di tale esperienza, lo stesso difensore è pronto a indicare la strada da seguire per cercare di mantenere una posizione “privilegiata” anche in questa seconda parte di campionato: «C’è bisogno si molta convinzione nei propri mezzi e allo stesso tempo di tanta “fame”. Non dobbiamo accontentarci di nulla e puntare sempre al massimo in ogni occasione. Se riusciremo a mantenere alto il livello della “convinzione” e della “fame” sportiva e agonistica, potremo toglierci delle soddisfazioni».

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