«Dopo ripetuti verbali congiunti, –ricordano i comitati – PUMS, PGTU, parcheggi scambiatori fantasma dati per “già esistenti”, Stati Generali deserti e dimessi, seguiti da roboanti interviste estemporanee i comitati attendono con fiducia che i diretti interessati assumano le dignitose decisioni politiche conseguenti».
Gli attivisti greenway dicono basta a quelle che definiscono scelte fantasiose e impraticabili «su un tracciato che non sarà mai in grado di accogliere, in sicurezza, regolarità di esercizio e funzionamento, piena accessibilità alle persone con disabilità, il servizio di trasporto rapido collettivo in sede protetta. Per il quale il Comune di Pescara sembrerebbe disposto ad assumere impropriamente oneri rilevanti che sono invece di stretta competenza dell’appaltatore inadempiente».
A prescindere dal sistema di trazione prescelto evidenziano i comitati nella nota stampa, sono altre le strade cittadine meglio attrezzate per il BRT.
I bus elettrici annunciati dal Presidente D’Alfonso, spiegano, «sono moderni, innovativi e meglio sostenibili sul piano economico rispetto al più costoso ridondante filobus di antica memoria, tanto caro al centrodestra in “affinità elettive” con Tonelli e Civitarese».
«È in ogni caso paradossale e sconcertante –criticano però i comitati–che si possa immaginare di vederli circolare impunemente sotto il milionario impianto di elettrificazione imposto – con insulsa dannosa ostinazione – alla città di Pescara, al Viale svilito e violato, ai cittadini resistenti, derisi e inascoltati.
Nondimeno, accogliamo con favore la svolta determinante impressa dal Presidente D’Alfonso a un appalto che fa acqua da tutte le parti.
Passo dopo passo, –concludono gli attivisti greenway– salveremo – insieme alla Regione Abruzzo – la funzione sociale della strada parco, a tutto vantaggio della qualità della vita di tutti i cittadini, specie quelli meno fortunati e svantaggiati».