Gentile Direttore,
mi permetta di intervenire nel dibattito circa il progetto della Nuova Pescara. Mi corre l’obbligo di ribadire, come ho fatto in più di un’occasione pubblica, che per i Comuni sia arrivato il momento di trovare un’alternativa giuridica, e prima ancora politica, alla situazione di grande disagio finanziario in cui versano i bilanci locali.
Lo scenario di una grande città metropolitana che dovrebbe nascere dalla confluenza, in un unico organismo pubblico, delle città di Montesilvano, Pescara e Spoltore, non è qualcosa che considero irrealizzabile.
Sulla questione dunque il sottoscritto non è silente, non lo è mai stato. Vede Direttore sono dell’idea che il ricorso, anche d’imperio, ad una forma di governo sovralocale possa avere senso se i singoli Comuni sono incapaci di gestire il proprio territorio. Non mi sembra questo il caso dei tre Comuni destinati ad avviare un processo di fusione. Nelle innumerevoli problematiche che la complessa amministrazione di un Comune implica, piccolo o grande che esso sia, ci sono peculiarità che possono in qualche molto caratterizzare e rendere distintivo questa o quella realtà locale. Arrivo al punto. Modalità di governo, regole di funzionamento di apparati amministrativi che la storia ha plasmato, ha stratificato in maniera difforme gli uni dagli altri, incidendo anche profondamente nella cultura della popolazione locale, non possono essere oggetto di un’algida decisione da pianificare a tavolino. Un’operazione del genere fu fatta all’insaputa della stessa popolazione qualche secolo fa per dividere arbitrariamente i confini degli stati africani. Un’altra, della quale viviamo quotidianamente gli effetti, è stata fatta in Europa: i consensi riscossi tra i cittadini dell’Unione, nei singoli Paesi, non corrispondono sicuramente ai benefici acquisiti. Serve pertanto uno sforzo dal punto di vista culturale che necessita di tempo. Le fusioni a freddo non funzionano e lo vediamo tutti i giorni.
La predisposizione di un documento legislativo da parte del Governatore è sicuramente condivisibile. Ciò che però, francamente, mi lascia perplesso è il non essere stato mai invitato, insieme ai miei colleghi Sindaci, a confrontare le idee su questo importante passo, per poi armonizzarle in seno ad una legge. Vorrei che fosse chiaro che ho un profondo rispetto del voto espresso dalla popolazione di Montesilvano, Pescara e Spoltore a favore di una Nuova Pescara, e come Sindaco della terza Città d’Abruzzo – per numero di abitanti – non è certo mia intenzione ostacolare una volontà sovrana. Sono però fermamente convinto che la formazione di un governo metropolitano è un atto formale che porta dietro di sé anche una serie di conseguenze sostanziali che, se non analizzate preventivamente, potrebbero far implodere l’idea stessa prima che essa abbia il tempo di concretizzarsi.
I cittadini chiedono a noi Sindaci di assicurare loro servizi efficienti. La realizzazione così repentina di una Nuova Pescara correrebbe il rischio di illudere la popolazione, inducendola a pensare che, come per miracolo, all’indomani della fusione, la macchina amministrativa di questo grande organismo inizierà a funzionare meglio. “Gradualità” è invece la mia risposta a questo scenario di fusione. È da tempo che propongo di condividere tutti i servizi da subito, al fine di dare il tempo alla macchina amministrativa di riorganizzarsi, di percepire gli effettivi vantaggi economici, di raccogliere gli umori dei cittadini. Solo dopo si potrà passare alla fusione delle Città attraverso una programmazione che, ne sono convinto, non verrà vissuta come un modello di gestione indigesto, ma come l’atto conclusivo di un percorso di condivisione che ha potuto permettere, gradualmente, agli attori politici delle Città interessate di parlarsi, di sedersi più volte intorno ad un tavolo, ormai convinti che l’unica decisione giusta, ogni volta, debba convergere verso il bene comune della cittadinanza.
E con questo spirito, non solo favorevole alla Nuova Pescara, ma anche collaborativo e trasparente, che invito i miei colleghi Sindaci, e prima ancora il Governatore, a ripensare l’approccio verso l’importante futuro che ci aspetta all’insegna della condivisione delle idee.
Ciò che renderà davvero grande la Nuova Pescara non sarà il vestito giuridico che le si vorrà far indossare, ma la capacità di programmazione e di attrazione delle risorse necessarie per far ripartire l’economia locale, valorizzare il nostro territorio ed erogare servizi di qualità ai cittadini. Questo ci viene chiesto, non altro. Scegliamo perciò la strada migliore per non tradire le aspettative.
Sicuro che vorrà far conoscere il mio pensiero anche ai suoi Lettori, colgo l’occasione per salutarLa cordialmente.
Francesco Maragno
Sindaco di Montesilvano